Le mani sopratutto se usate con armonia e misura non solo rivelano larga parte della nostra personalità ma, e sopratutto, risultano potenti ausili nei nostri racconti.
Ora credo che l'autore, in questa immagine sintetica ma non per questo meno esatta e puntuale, abbia voluto assolutamente esaltarne la robusta importanza colloquiale.
Non capisco, Gianni, cosa intendi per "inserire" i dialoghi. I dialoghi si svolgono tra il fotografo e la persona fotografata, verbale e fotografico. Come dire, fotografo la tua mano che sta dialogando con le scritte sulla panchina e nel contempo portiamo avanti il nostro dialogo di parole dette, concretizzato nelle ombre. Ma non ho una gran passione per le didascalie, credo che un' immagine debba parlare da sola il suo linguaggio, magari affermando nell' osservatore ciò che il fotografo pensava di negare, ma sempre con un idioma suo proprio. Nel mio modo di sentire ogni aggiunta alla fotografia è una piccola violenza alla fantasia e al sentire del fruitore ultimo e un' altrettanto piccola sconfitta per l' autore che non ha saputo esprimersi al meglio. Ma sono pensieri e come tali vanno letti. Grazie anche ad Ivana e Silvio per il loro apprezzamento.
Ciao Ubaldo,
visto che sei on-line ti rispondo. Per l'inserimento dei dialoghi intendevo dire che non ho capito con chi parlavi. Mi pare troppo semplice dire che dialogavi con chi stavi fotografando, lo posso immaginare questo. Ma il dialogo che io intendo è quello tra il tuo lato ombra e quell'anello che avrà pure un significato, oltre a quello estetico. Avrà pure un significato che proietti la tua ombra sopra questa persona e proprio sulla mano. Lo avrà anche perchè hai fotografato la mano e l'anello, invece del viso.
Oppure è tutta una mia invenzione e non c'è nulla in questa tua fotografia? Io non ho mai disgiunto l'immagine dalla parola e dai silenzi che essi provocano insieme. A volte si accavallano, forse disturbandosi ma l'importante è che si facciano forza, che creino una tensione o un bagliore. Forse ho visto troppo cinema oppure come diceva Godard, visto che il cinema è morto, mi sono dato alla fotografia e vi metto dei dialoghi...
Ciao!
Ti ringrazio della precisazione, che mi piace e avvalora la mia immagine. I dialoghi che si svolgono tra fotografo e fotografato travalicano il senso letterale del termine e si astraggono nella forma fotografica che ne rende conto all' osservatore senza necessità di parole. Un saluto caro.
Questa mi piace moltissimo, e per colori e composizione e per questa parte di corpo reale( la mano) che contrasta con le ombre proiettate sul prato. Me l'ero persa ed era un vero peccato.Ciao:)
Ora credo che l'autore, in questa immagine sintetica ma non per questo meno esatta e puntuale, abbia voluto assolutamente esaltarne la robusta importanza colloquiale.
Non so Ubaldo dove inserire questi dialoghi, forse con l'ombra che incombe? Ciao :-))
visto che sei on-line ti rispondo. Per l'inserimento dei dialoghi intendevo dire che non ho capito con chi parlavi. Mi pare troppo semplice dire che dialogavi con chi stavi fotografando, lo posso immaginare questo. Ma il dialogo che io intendo è quello tra il tuo lato ombra e quell'anello che avrà pure un significato, oltre a quello estetico. Avrà pure un significato che proietti la tua ombra sopra questa persona e proprio sulla mano. Lo avrà anche perchè hai fotografato la mano e l'anello, invece del viso.
Oppure è tutta una mia invenzione e non c'è nulla in questa tua fotografia? Io non ho mai disgiunto l'immagine dalla parola e dai silenzi che essi provocano insieme. A volte si accavallano, forse disturbandosi ma l'importante è che si facciano forza, che creino una tensione o un bagliore. Forse ho visto troppo cinema oppure come diceva Godard, visto che il cinema è morto, mi sono dato alla fotografia e vi metto dei dialoghi...
Ciao!