nella polvere di Beila 
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Strada tra Beila e Gouecké a Nord est della Guinea. 135 km di buche, pista, passaggi di fiumiciattoli e soprattutto polvere, polvere rossa, dappertutto. Stiamo cercando di fare qualcosa per i malati di AIDS. Manca tutto, tranne la polvere. Un caro saluto a tutti. Marco
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In questo periodo storico, che l’Italia sta attraversando, l’occhio non poteva che cadermi su questa immagine, la storia la leggeranno i nostri nipoti, ma esiste anche un presente dei fatti storici, e in questo momento a l’Aquila, si fa un pezzo di storia d’Italia.
Un pensiero solidale, non può non andare agli abitanti abruzzesi, credo che un momento del genere, con tutta la fantasia possibile, solo chi lo ha vissuto, può descriverlo, come i mesi che verranno, che non saranno meno duri del presente, un terremoto un’alluvione, devono essere momenti terribili, auguri di cuore, da tutto lo staff di MicroMossso!
Questa bella fotografia di Marco, mi ha fatto venire in mente gli sfollati dell’Aquila, che con le poche cose salvate, si incamminano verso una terra che non è la loro, so bene che qui si tratta di tutta un’altra storia, di un paese povero, come dice Marco, dove manca tutto, meno che la polvere, credo che una similitudine con l’Aquila, in questo momento ci sia, anche la’ manca un po’ tutto, specialmente per popoli come i nostri, che sono abituati a spingere un’interruttore, e la luce si accende, a girare un rubinetto, e l’acqua arriva, bella calda, lo choc deve essere enorme, associato ai cari scomparsi, alla casa persa, al terrore, di quando la terra ha tremato per 50 secondi ininterrotti……………..Anche a l’Aquila, manca di tutto, meno che le macerie…..
Marco ci ha fatto conoscere un piccolo spaccato dell’Africa, sconosciuto a molti, me per primo, di persone povere, ma ricche di spirito, questa bella immagine, come altre da lui mostrate, hanno un grande fascino, ed un’impatto emotivo, per chi le guarda, notevole, già il fatto che la location è insolita per degli occidentali, aumenta il fascino, sono luoghi ben lontani dai nostri.
Come sempre l’immagine è ben curata dal lato tonale, il bianco e nero è adeguato al luogo e alla ripresa fatta, la nuvola di polvere che si intravede in controluce, la dice lunga, sul sentiero che si sta percorrendo, i famosi “cesti” sulla testa, ci dicono subito che siamo in un paese africano, ho sempre ammirato, di come le donne riescono con un’equilibrio eccezionale, a trasportare questi volumi, fuori portata, per una donna delle nostre parti, e li portano con un portamento tanto regale, che guardandole in tv, sembra che non facciano neppure fatica.
E’ un’immagine tutto sommato, molto semplice, le parole che descrivono l’immagine, rafforzano il senso, di questa fotografia, per noi, pensare di affrontare un viaggio del genere, in quelle condizioni, è inconcepibile, a volte ci sgomentiamo a fare 100 Km in automobile, figuriamoci a piedi, in quelle condizioni climatiche, con il bagaglio sulla testa, e con quella polvere, che immagino sia micidiale.
Vedo che le persone stanno sul bordo del sentiero, e mi pare di intravedere delle rotate, immagino che ogni tanto passi anche una jeep, o simile, cerco di immaginare cosa si alzi dal terreno, e cosa si respiri in quegli attimi.
Un’immagine che ti fa pensare, come tutte le immagini di Marco, ognuna che presenta è una piccola storia, un piccolo racconto, ed anche questa è un piccolo raccontino.
La composizione è ottima, unico neo, ma potrebbe essere il mio monitor, quella fascia nera, che non permette la lettura della scepre, un piccolo dettaglio tecnico, che poteva essere migliorato in post, la definirei una pignoleria, ininfluente al contenuto della fotografia.
A parte il luogo, che ha il suo peso, questa fotografia è l’esempio classico, di un’immagine semplice, senza cercare la vetta del monte Bianco, che dimostra come la semplicità , la genuinità , in fotografia paga sempre, una fotografia, quanto più è semplice, spontanea, paga sempre, una fotografia pulita, che racconta il viaggio di persona che hanno avuto veramente poco dalla vita, che non si sgomentano a mettersi in viaggio, in condizioni per noi proibitive.
Un altro pregio di questa immagine, è la non invadenza dei personaggi, dei soggetti, sono stati fotografati alla giusta distanza, per renderli protagonisti, ma lasciando spazio anche al luogo, l’invito della strada, ci porta alla persone, ci fa capire perfettamente, di che terreno si tratta, poi leggiamo le persone, e poi la polvere in aria, costruzione fatta bene, che rende bene l’idea del complesso fotografato.
Fare i complimenti a Marco è superfluo, ma te li mando lo stesso, ti faccio gli auguri di Pasqua, a te, a tutti gli utenti, i membri dello staff, e soprattutto, tantissimi auguri a tutti gli abitanti dell’Aquila.
Riccardo Corsini
A.G. Elav 89
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sembra di essere li`!