@saviozzi: il problema della vernice posso assicurarti che è uguale per tutte le aree abbandonate che visito, siano ospedali o fabbriche, probabilmente il tempo e l'umidità hanno il loro peso, in secondo luogo cerco di fermare con i miei scatti quello che a me crea un'emozione, il mio lavoro non è legato a nessun reportage o altre pubblicazioni, solo mi piace trasmettere emozioni come quelle che ho io entrando in certi luoghi. L'uso di ottiche grandangolari poi è una mia caratterisca, se vuoi una mia firma, e credo che siano oltretutto le più indicate proprio per come voglio far vedere io le cose. I commenti che da subito ho raccolto su questo sito, come su altri, mi fanno pensare che non faccio poi foto così anonime o banali, e che il mio lavoro è comunque apprezzato.
ciao
Sei riuscito a cogliere ciò che più disumanizza questi luoghi di segregazione, la ripetizione dei luoghi, degli spazi e degli oggetti. Una camera dietro l'altra, lo stesso colore "riposante" per tutti i muri, le carrozzine tutte uguali. Colorno è uno degli psichiatrici peggiori che io abbia mai visto, uno dei più impressionati. Hai visto anche tu le porte delle celle di contenzione scavate dalle unghie delle persone che vi venivano rinchiuse?
altra forte fotografia Luca. Bn meraviglioso, quella sedie a rotelle appoggiata al muro senza lo schienale sembra stia per essere risucchiata da mura che potrebbero urlare il dolore di questo luogo. Complimenti e grazie per queste tue foto.
@attilia: grazie a te...
@roberto: le celle che dici tu le ho viste eccome, un pugno allo stomaco! sono daccordo sul fatto che quello sia un manicomio dei peggiori che pure io abbia mai visitato!
Ho un amico che c'ha provato a fare una raccolta di foto con muri screpolati e finestre rotte. Sono scatti in macro il più delle volte.
Non so quanti nei hai visti...ma la cosa che abbonda in assoluto sono le carrozzine...come se queste non costassero nulla..boh?! mentre i letti in linea di massima sono spariti.
Sai cosa non mi convince di queste foto? Sono fatte bene, non discuto, anche se in quasto caso io avrei lavorato contrastando un po' di più, è tendenzialmente troppo uniforme. Quello che non mi convince è il "continuo" usare ottiche corte (almeno in quelle che ho visto). Cercando di riprendere più i luoghi che particolari o scorci. Si ha sempre una visione d'insieme che non è male, ma in un lavoro d'ampio respiro come un reportage o ancora meglio un libro, si sente la necessità di cogliere particolari, o "particolari" visioni. Quello che si percepisce guardando un immagine così, al di là dello stato d'abbandono è l'ampiezza degli spazi. Vuoti, privi di persone e mobili sembrano grandi ma in realtà se si tiene presente di quante persone lo "abitavano" sono piccoli. Basta pensare al reperto Ferri che ha ospitato anche 800/1000 "pazienti" e chi l'ha visto avrà notato che è due piani e che ci sono due bagni soltanto. Il primo piano addirittura non era nemmeno adibito per intero a camere per cui oltre alle precarie condizioni igeniche c'era la tendenza ad ammassare molte persone nella solita camerata.
Questo Manicomio, almeno i padiglioni "visitabili" da l'impressione di qualcosa di ancora "umano" disegni sulle porte, colori tutto sommato pastello, porte non massicce. Ci sono altri luoghi dove le porte sono massicce pesanti, i padiglioni provi di luce oppure con finestre sbarrate.
Questa foto presa da sola...senza tener conto delle altre tue che ho visto ha il sapore del reportage giornalistico a discapito dell'interpretazione artistica. Vorrai per la diversa luce, vorrai per il BeN. Pur non avendo visto un intero portfolio o reportage ho l'impressione che tu abbia più sperimentato che seguito un progetto ben preciso interpretando di volta in volta gli spazi. Per cui si riesce a commentare le foto una ad una con l'aiuto dei titoli e si perde a volte di vista l'insieme.
ciao
Paolo Fabiola e Claudio grazie :-)
@roberto: le celle che dici tu le ho viste eccome, un pugno allo stomaco! sono daccordo sul fatto che quello sia un manicomio dei peggiori che pure io abbia mai visitato!