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Riprende la rubrica “La foto mancata†e per chi se lo fosse dimenticato, la foto mancata non è una brutta immagine o una fotografia da cestinare, tutt’altro, si tratta di buone, a volte buonissime immagini, che per una svista, o imprecisione, o altro, hanno subito un torto, nel senso che potevano essere delle immagini superiori, precise, vicine alla perfezione, più dialoganti con l’interlocutore di turno, perché le fotografie parlano, ma bisogna saperle ascoltare, o meglio conoscere il loro linguaggio!
Questa immagine di Paolo, rientra nella branca delle foto geometriche, e devo riconoscere che ha fatto un buon lavoro, ha dei difetti però che non si possono perdonare, si tratta di una immagine ferma, con un soggetto introdotto dall’autore, quindi c’era tutto il tempo per sistemare i due triangoli chiari sul lato basso dell’immagine, con la solita distanza tra il vertice della piramide capovolta, mattonella blu, e i lati della fotografia, una geometria deve essere il più perfetta possibile, e qui c’era il tempo per farlo.
Oltretutto questo errore alla base dell’immagine, si porta dietro tutta una serie di distanze che non tornano, man mano che saliamo verso il lato alto della fotografia.
Bene in vece in alto, dove la prospettiva porta le mattonelle quadrate a diventare dei bellissimi rombi che sfumano all’infinito, si nota solo un piccolissimo rigolo grigio a sinistra in alto, che immagino sia la fine della pavimentazione, che un piccolo taglio in post produzione poteva essere eliminato.
Posso sembrare pignolo, ma una geometria, lo dice la parola stessa, deve essere un disegno che si deve avvicinare il più possibile alla precisione, precisione che porta anche ad una fruibilità di lettura della stessa, molto più piacevole.
Di fatto le geometrie sono immagini che colpiscono per i loro giochi di linee, e forme, che tendono di solito ad incastrarsi, inseguirsi, incrociarsi, formare masse che non hanno nulla a che vedere con il disegno originale, ed è un piacere seguire questi giochi, che devono mantenere degli equilibri precisi, ben bilanciati.
Veniamo al soggetto, la minicar, veramente mini, una macchinina giocattolo, di color rosso, una buona scelta, un colore che da sempre spicca ovunque si metta, innumerevoli i concorsi con titolo, semplicemente “IL ROSSOâ€.
E’ la posizione sulla scacchiera che non la esalta come dovrebbe e la penalizza, l’immagine è scattata con un moderato grandangolo, questo genere di ottica prevede nei suoi canoni, di posizionare il soggetto in primissimo piano, o al massimo in primo piano, la differenza tra i due piani, sono le proporzioni che va ad acquisire la massa, di solito si guarda dentro il mirino e si decide se vale la pena di penalizzare leggermente il soggetto o lo sfondo, in parole poche bisogna guardare dentro il mirino e comporre l’immagine a secondo anche di quello che vogliamo esprimere con la nostra fotografia.
Di sicuro la posizione della macchinina scelta da Paolo, non è corretta, la sua posizione perfetta sarebbe stata nel punto aureo di sinistra in basso, il punto più forte che abbia una fotografia, per la lettura.
In questa posizione, il soggetto sarebbe stato valorizzato al massimo, avrebbe preso un volume più importante, senza nulla togliere al bellissimo sfondo.
Come si può vedere, o immaginare, con pochi ritocchi in fase di scatto, e minimi in fase di post produzione, una buona fotografia può diventare un’eccellente fotografia, e soprattutto ben composta, e costruita.
Faccio i complimenti a paolo, per aver avuto questa idea, sperando che i miei suggerimenti in futuro, possono servire!!
Riccardo Corsini
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Grazie gio