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Quattro passi al Capo
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I mercati storici di Palermo si somigliano (somigliavano) un pò tutti: Ballarò, la Vucciria ed il Capo erano i luoghi dove i miei genitori si recavano solitamente a fare la spesa. L'ampia scelta, la varietà dei prodotti e la qualità di questi ultimi erano il fiore all'occhiello dei mercati storici. Ma, non ultimo, il prezzo, davvero conveniente, faceva si che buona parte dei miei concittadini di allora, per acquistare il necessario, si recasse nei mercati, piuttosto che al negozio sotto casa.
Questi luoghi li possiamo definire un po' come gli antesignani dei moderni centri commerciali. Nei mercati si trovava di tutto, non solo generi alimentari ma anche capi di abbigliamento a buon prezzo, piuttosto che articoli vari per le molteplici necessità di casa: dal mobiletto, al pensile, dalle tende ai lampadari o gli utensili da cucina. C'era di tutto, pure l'omino che aggiustava le sedie, gli ombrelli, il sarto, o l'arrotino che affilava le forbici e i coltelli. Il calzolaio, il falegname e tutta una serie di piccoli artigiani pronti ad offrire i propri servizi a buon prezzo. Piccole attività di artigiani le cui botteghe gravitavano strategicamente nei pressi del mercato, o tra le sue viuzze.
Vi svelo un segreto che mi rivelò mio nonno, quando da ragazzino lo accompagnavo a fare la spesa al mercato del Capo: "Quando si viene qui non bisogna avere fretta. Mai fare acquisti nei primi negozi del mercato, cioè quelli che si affacciano sulla strada principale. Per fare gli acquisti migliori è necessario addentrarsi con calma tra le bancarelle più nascoste del mercato", - diceva. Questo perchè, secondo lui (ma aveva ragione) i negozi o le bancarelle subito a vista, erano lì apposta per "fregare" i passanti che andavano di fretta e non potevano addentrarsi troppo nei meandri del mercato. Erano proprio quelli i posti dove ti rifilavano la merce scadente ad un prezzo maggiore, approfittando della tua fretta di andartene. Saggio il nonno Angelo! E già , io porto il suo stesso nome. Ma ho ereditato poco della sua saggezza. Ahimè!
La parola "Capo" deriva dall'arabo "caput al kadi". In epoca araba questo era il nome che indicava un piccolo colle, o un'altura (Caput) dove aveva sede la casa del Kadì: una sorta di giudice autorizzato dall'Emiro ad amministrare giustizia ed a far rispettare le leggi. Alla casa del Kadì si giungeva percorrendo una lunga strada piena di botteghe e di banchi per la vendita di generi vari, anche alimentari. In pratica l'omologo di un "Suq" arabo. Una voltà lì ci si metteva in fila e si chiedeva udienza. Pensate un po', correva l'anno 1.000, la Sicilia era sotto dominio islamico e il mercato era già lì.
Ma torniamo ai nostri giorni con questa immagine del secondo mercato più antico della mia città : proprio il mercato del Capo di cui vi ho parlato qui sopra. Anche questo, purtroppo, in via di estinzione. Buona visione a tutti
P.S.: non badate ai prezzi esposti, le foto che vi propongo in questa serie sono di parecchi anni fa ;)
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Quasi arrabbiato, seccato.
Bei colori e pdr. :)
Grazie Sandro. Un saluto