Non so`...ne ho visti migliaia di documentari in TV sugli animali,la sopravvivenza,la legge del piu` forte,ma questo tuo reportage mi ha colpito piu` di tutto...forse perche` e` l'attimo immortalato,la fotografia...a differenza di un filmato...tanto sta` che queste sequenza mi restano impresse nella mente...surreale,come hai detto tu stesso,sembra quasi una messa in scena,la madre del piccolo travestita da leonessa...guardo l'occhio dellla piccola antilope...lo guardo...e non lo scordero` piu`...impresso nella mia mente.
a vedere questa immagine, come te Paolo, avrei sperato in un finale diverso.... come Sandro non riesco a togliere gli occhi dall'occhio del piccolino. Forse nella sua inesperienza non capisce che cosa sta succedendo, eppure c'è una sorta di istintiva rassegnazione....
Consapevole che in natura la morte di uno è la vita per altri, mi riesce sempre difficile digerire quella di un cucciolo.... e mi viene, tristemente, in mente una battuta televisiva... "ti piace vincere facile??"
un grande reportage con immagini veramente forti...
un saluto
Bella fotografia... anche senza l'about, si capisce bene la differenza di specie... si capisce bene che sono una leonessa adulta ed un cucciolo ancora bagnato ed esile...
Si capisce bene...
Bravo... mi stai emozionando, nel bene e nel male, con questo racconto fotografico e di narrazione...
D'accordissimo con Sandro: il filmato "stempera" molto anche le emozioni più estreme. L'immagine statica è li, sempre uguale a se stessa con la sua carica di tensione e di emozioni. Bellissima! Bellissima in se, intendo, indipendentemente dal prologo e dal finale.
Un saluto, Marco
c'e' l'occhio del cucciolo che sembra capire,sentire che il respiro non e'quello della madre..e'incredibile,haqualche minuto di vita ed ha gia'capito tutto,e'spaventato ma spera in un finale diverso..
Ancora più incredibili e surreali sono stati i primi momenti fra il cucciolo che non riusciva a capire ciò che stesse succedendo e l'atteggiamento della leonessa. Mi aspettavo che lo leccasse e lo uccidesse subito e invece si avvicinò e più volte vi si strusciò con movimenti delicati come fosse il suo cucciolo. Avendone visti molti di cuccioli di leone con la mamma questo comportamento mi colpì molto.
Ma la ragione mi riportò alla realtà di quello che sarebbe successo di li a poco.
Consapevole che in natura la morte di uno è la vita per altri, mi riesce sempre difficile digerire quella di un cucciolo.... e mi viene, tristemente, in mente una battuta televisiva... "ti piace vincere facile??"
un grande reportage con immagini veramente forti...
un saluto
Interessante il discorso di Sandro sul come la fotografia colpisca più di un documentario. Da rifletterci.
Si capisce bene...
Bravo... mi stai emozionando, nel bene e nel male, con questo racconto fotografico e di narrazione...
Grazie,
Susanna
ripassata alla moviola in senso contrario.
Dove, se non si conoscesse la dura realtà ,
contrario diventerebbe pure il senso del racconto.
Che dire Paolo, se non nuovamente i miei complimenti per questa storia da National Geographic!
Hai pensato piuttosto a proporre il servizio a loro?
Cari saluti da saro.
Un saluto, Marco