Il susseguirsi delle facile e variopinte battute che mi scorrono pazze in mente e che sono tentato di emettere davanti ad un capolavoro del genere,
sono tali da farmi temere la giusta e severa censura dell Staff
Un'opera magistrale degno del lavoro più prelibato di Ciprì e Maresco.
La composizione è ineccepibile e anche questo bianco nero crudo mi piace . Il soggetto mi sembra abbia instaurato un ottimo rapporto col fotografo , o meglio il contrario, il fotografo col soggetto:) e anche questo è segno di maestria, per il resto che dire? solo una domanda: avete fatto anche la versione asse come aureola? :) salutiiiiiiiiiiiii
Prendersi in giro, giocare con ironia, non e' mai facile; ma voi lo fate con intelligenza; concordo con Fabio ed Ivana: sembra un fotogramma estrappolato da Cinico tv. Un applauso ad entrambi.
Fabio.
Non ho parole, una foto bellissima, con una carica di grande autoironia che da ancora piu' valore all'immagine, Ottimo bianco e nero, certo che l'esortazione che vi veniva data di farsi seguire da uno bravo, forse, e' da perseguire.. ;-)))))
Ovvero "Ritratto di essere umano che non viene cagato pari".
Negli ultimi anni la fotografia del Maffei è divenuta introspettiva, crepuscolare direi, a dispetto dei suoi anni, che lo indurrebbero ad una apertura verso la vecchiaia piena di saggezza.
Questa su penultima opera, segna un definitivo spartiacque nell'arte contemporanea dopo Duchamp e il suo ready-made.
Da una parte il fallimentare flusso di tanta fotografia concettuale, dall'altra come in questo caso, quella raffinata, piena di nuda bellezza e crudeltà animalesca.
Un pluaso dunque a questo nuovo filone di ritratto ambientato, che odora di vita digerita e che si aspettiamo possa riempire la prossima Biennale di Venice, di vera arte del futuro.
Ciao Franco!!!
gigi
sono tali da farmi temere la giusta e severa censura dell Staff
Un'opera magistrale degno del lavoro più prelibato di Ciprì e Maresco.
un caro saluto ad entrambi!
saro
Fabio.
Complimenti ad entrambi gran foto.
Ciao.
enrico (ventrix)
Negli ultimi anni la fotografia del Maffei è divenuta introspettiva, crepuscolare direi, a dispetto dei suoi anni, che lo indurrebbero ad una apertura verso la vecchiaia piena di saggezza.
Questa su penultima opera, segna un definitivo spartiacque nell'arte contemporanea dopo Duchamp e il suo ready-made.
Da una parte il fallimentare flusso di tanta fotografia concettuale, dall'altra come in questo caso, quella raffinata, piena di nuda bellezza e crudeltà animalesca.
Un pluaso dunque a questo nuovo filone di ritratto ambientato, che odora di vita digerita e che si aspettiamo possa riempire la prossima Biennale di Venice, di vera arte del futuro.
Ciao Franco!!!
ciao, franco