“Lo scatto dell’otturatore è una catastrofe che troppo spesso consumiamo senza la necessaria sofferenza. Troppi automatismi ci rendono automi. A pensarla, invece, è una vertigine. Quando la lama di luce fende la bramosa quiescenza del buio, un oceano di “reale†inonda la stiva, allaga i boccaporti, sommerge le paratie, mentre miriadi di particelle si liberano a contagiare di sè lo spazio infinito, ad avviare derive di senso, a fecondare nuovi mondi possibili. Un evento generativo sconvolgente, concentrato in una frazione di secondo.
†Carlo Riggi: L’esuberanza dell’ombra – riflessioni su fotografia e psicoanalisi
Apparentemente... potrebbe essere scambiata per una "fotina della domenica". Invece a guardarla attentamente ci sono un sacco di elementi di rara bellezza. Per esempio quei colori, pochi ed essenziali, che rimandano all'estate piena, così come vi ci rimandano l'abito-prendisole della donna, e quello sfondo che subito tratteggia il parapetto di un traghetto, veicolo per definizione portatore di libertà , di avventura... E poi quella cascata di capelli così neri mossi dalla brezza del mare. Insomma, che potremmo aspettarci di più dalla vita ? :-D
..bello questo delicato tocco di colore che inframezza il tuo portfolio...pregnante l'immagine e la citazione con la quale la accompagni.....è il momento in cui si ferma il respiro, forse a caricare di potenzialità , come con un gesto magico, quella che sarà la traccia visiva che si vuole conservare...
Grazie Monica. Beh, sul colore ti devo dire che sto rovistando in una "miniera" di diapositive e conto di postarne qualcuna, ovviamente senza convertire in b/n.
Ciao
†Carlo Riggi: L’esuberanza dell’ombra – riflessioni su fotografia e psicoanalisi
Ciao fausto.
Mimmo
Un grazie particolare a te, Marco, per la consueta attenzione e rigorosa analisi.
Ciao