sei partito dall'osservare la vita gioiosa del tuo paese, poi i bambini e i loro giochi, poi l'infanzia e gli affetti, belle, intense, toccanti, poi il disagio e l'inquietudine, ora la malattia, quella più forte, più disperante.
un percorso lungo, un lavoro sui sentimenti, che ha scavato, ed emozionato penso te per primo e tutti quelli che ti seguono attentamente.
forse questo che facciamo non è solo un gioco.
ciao e buona giornata
agnese
Sono troppo poche le volte che ci soffermiamo a riflettere sulla sofferenza altrui. Guardiamo un'immagine come questa e, al momento, vorremmo fare qualcosa per le persone meno fortunate, poi passa l'attimo, la vita quotidiana ci prende, o ci facciamo prendere, e spesso dimentichiamo troppo presto. A volte basta poco per aiutare queste persone, magari anche un sorriso e trattare con loro con la massima naturalezza.
Un grazie per la tua sensibilità e per il minuto di riflessione che hai fatto nascere in me. :-o
uno scatto non facile e penso che ti abbia fatto riflettere molto prima di postarlo (quello di prenderlo e` istinto...)
... eppure per anni ho frequentato paraplegici e anche imparato ad usare la carrozzina, seppure grazie a dio non ne ho mai avuto bisogno, e spesso mi sono chiesto chi fossero quelli che hanno bisogno d'aiuto, se noi in fondo non siamo piu` deboli di loro...
A volte perdo delle ore, a volte ho saltato la sera la pc, per parlare con mia figlia, per spiegargli, magari nei momenti tristi, a 21 anni si è alle stelle in 5 minuti, e alle stalle in un minuto, che nella vita ci sono delle situazioni, che i suoi problemi, pur grandi quanto si vuole, non lo sono mai come situazioni, dove non c'è soluzione, dove non c'è un ritorno, dove lo standard di vita è legato agli altri, alla mamma, a qualche amico, magari solo per fare 2 passi, perchè con le proprie gambe, non si può andare, ecc. ecc.ecc.
Ho riscontrato che dopo la mia chiaccherata, è più serena, ha capito che essere normali, camminare, vedere, respirare, cose banali, ma che se vengono meno, non sono poi così tanto banali, purtroppo, l'immagine di Roberto, ci porta a fare una riflessione, in un momento che la televisione non fa altro che vedere spiaggie stracolme di ragazzi e adulti, tutti intenti a divertirsi, ci sono persone, ragazzi, che non lo possono fare, e non è giusto dimenticarsi di loro, quanta sarà la loro sofferenza?
Grazie Roberto, per aver portato alla luce un problema che esiste, da sempre, anche se finchè c'è vita c'è speranza!
tanti anni fa ho fatto il servizio civile(era il tempo in cui per farlo si era recchioni o drogati!!..incredibile!..per aiutare la gente bisognava essere dei "diversi"!!)convivendo per un anno con situazioni,malattie devastanti!!a distanza di anni non so se oggi avrei la stessa forza ....si cresce è ci si rende sempre più conto che la vita..la normalità del vivere è un miracolo.sento amici,persone che decidono di avere un figlio..la loro preoccupazione è se sarà maschio...no meglio femmina!!..il segno zodiacale..meglio toro o....tutto è normale che avvenga!!ma la vita per me è un miracolo!!!
Leggo ora quello che ha scritto Franchetti e non posso che dargli ragione. Chi sono i veri deboli????? per me sono quelli che, come tu giustamente dici Roberto, non sanno capire che la normalità del vivere è un miracolo
da qualche hanno passo parte delle mie vacanze estive con i ragazzi dei centri diurni o delle comunità , quest'anno no. Mi è mancato qualcosa anzi molto. Nonostante ci lavori quotidianamente non riesco a scattare foto forse perchè sono talmente preso dalla quotidianità della loro diversità da sembrarmi non lontani da noi, ho cominciato a dare la macchina fotografica ai ragazzi e invertire i ruoli, i diversi siamo noi.
un percorso lungo, un lavoro sui sentimenti, che ha scavato, ed emozionato penso te per primo e tutti quelli che ti seguono attentamente.
forse questo che facciamo non è solo un gioco.
ciao e buona giornata
agnese
Un grazie per la tua sensibilità e per il minuto di riflessione che hai fatto nascere in me. :-o
... eppure per anni ho frequentato paraplegici e anche imparato ad usare la carrozzina, seppure grazie a dio non ne ho mai avuto bisogno, e spesso mi sono chiesto chi fossero quelli che hanno bisogno d'aiuto, se noi in fondo non siamo piu` deboli di loro...
Ho riscontrato che dopo la mia chiaccherata, è più serena, ha capito che essere normali, camminare, vedere, respirare, cose banali, ma che se vengono meno, non sono poi così tanto banali, purtroppo, l'immagine di Roberto, ci porta a fare una riflessione, in un momento che la televisione non fa altro che vedere spiaggie stracolme di ragazzi e adulti, tutti intenti a divertirsi, ci sono persone, ragazzi, che non lo possono fare, e non è giusto dimenticarsi di loro, quanta sarà la loro sofferenza?
Grazie Roberto, per aver portato alla luce un problema che esiste, da sempre, anche se finchè c'è vita c'è speranza!