Ciao Marco, commento questa tua ultima della serie, penso che quello che scriverò potrebbe calzare bene anche per le altre.
Hai visitato questo museo con l'occhio del fotografo, hai ritagliato degli spicchi di cose rappresentate, quello che in quel momento ti evocavano ricordi e/o sentimenti che quelle pellicole ti avevano suscitato. In un certo senso ritagliavi, come sei abituato negli street, isolavi e accostavi scene di vecchi film che hanno fatto la storia della cinematografia mondiale. Il tuo intento era quello d'immortalare quelle scene, per cercare di trasmettere anche a chi avrebbe visionato la foto, le emozioni che ti suscitavano in quel momento.
Devo aggiungere che la lettura di queste foto non è ne semplice, ne immediata, chi visiona questi tuoi lavori deve essere, in un certo senso inizializzato, deve essere amante della materia, o essere stato spettatore accorto e attento, di quelle pellicole.
Questa ultima condizione, penso che sia essenziale per una corretta lettura, diciamo una lettura non banale di queste tue foto. Leggere questi scatti riconoscendo le pellicole, richiama alla mente l'epoca ed i momenti, le situazioni le emozioni passate; l'accostamento e l'unione di più scene nello stesso fotogramma, fanno la tua personalizzazione fotografica.
Purtroppo, io non sono, non lo sono mai stato, uno spettatore attento e accorto, ne un amante della cinematografia; diciamo che sono stato e sono uno spettatore un pochino distratto e smemorato.
Pertanto, confesso questo limite, non riesco ad interpretare il messaggio contenuto in queste tue foto. É come accade per tutte le opere d'arte, se le guardi dopo aver letto una buona recensione e/o critica, le comprendi; comprendi le intenzioni dell'artista e rivivi pienamente le sue emozioni.
Spero che qualche altro possa fare una lettura tale da far godere, anche a quelli come me, queste foto.
Nulla toglie che questa introduzione alla lettura, questa spiegazione non la possa dare proprio tu.
Ti abbraccio cordialmente Gio.
PS
Perdona la mia lunghezza.
Grazie davvero a voi.
Gio', ecco un intervento davvero prezioso il tuo, che mi aiuta a capire come mai questa piccola serie abbia suscitato così poco interesse. Giustissimo quel che scrivi, ma non sentirti inadeguato alla lettura o comprensione di queste foto, perchè non ci sono "messaggi" da interpretare, sono semplicemente degli "omaggi" personali alla storia del cinema, che come sai e scrivi fa parte integrante della mia formazione non solo fotografica ma anche di vita. E non posso certo pretendere che questa mia altra grande passione oltre a quella fotografica sia ugualmente condivisa da chiunque o da tanti... Grazie davvero, ciao!
Io ho trovato molto piacere nell'osservare questa tua serie "cinematografica". Sarà che è stato il mio primo amore visivo, forse non proprio quello da te omaggiato ma sempre cinema era.
Quando avevo 17/18 anni per me c'era Wenders, Herzog, Truffaut e il recupero della Nouvelle Vague, Oshima, Ozu e Vertov ma anche il western sulla Rai del Lunedì sera!
Tutto questo era molto difficile da recuperare allora ma lo cercavo, lo studiavo e lo vedevo. In sintesi, ecco il motivo del mio piacere che non è stato fotografico ma immaginativo ed emozionale, come solo il buio con un filo di luce, può darti.
Ciao Marco :-))
Gianni, allora siamo davvero molto vicini come gusti, i nomi ed i generi che citi hanno affascinato e catturato di volta in volta anche me. Truffaut poi l'ho talmente assimilato da farci la mia tesi di laurea sul suo cinema...!
Grazie, anche ad Annamaria, ciao.
Prendo come "insegnamento" tutte le vostre foto per cercar di migliorare. grazie
Tutte le foto, una bella documentazione.
Susanna
Hai visitato questo museo con l'occhio del fotografo, hai ritagliato degli spicchi di cose rappresentate, quello che in quel momento ti evocavano ricordi e/o sentimenti che quelle pellicole ti avevano suscitato. In un certo senso ritagliavi, come sei abituato negli street, isolavi e accostavi scene di vecchi film che hanno fatto la storia della cinematografia mondiale. Il tuo intento era quello d'immortalare quelle scene, per cercare di trasmettere anche a chi avrebbe visionato la foto, le emozioni che ti suscitavano in quel momento.
Devo aggiungere che la lettura di queste foto non è ne semplice, ne immediata, chi visiona questi tuoi lavori deve essere, in un certo senso inizializzato, deve essere amante della materia, o essere stato spettatore accorto e attento, di quelle pellicole.
Questa ultima condizione, penso che sia essenziale per una corretta lettura, diciamo una lettura non banale di queste tue foto. Leggere questi scatti riconoscendo le pellicole, richiama alla mente l'epoca ed i momenti, le situazioni le emozioni passate; l'accostamento e l'unione di più scene nello stesso fotogramma, fanno la tua personalizzazione fotografica.
Purtroppo, io non sono, non lo sono mai stato, uno spettatore attento e accorto, ne un amante della cinematografia; diciamo che sono stato e sono uno spettatore un pochino distratto e smemorato.
Pertanto, confesso questo limite, non riesco ad interpretare il messaggio contenuto in queste tue foto. É come accade per tutte le opere d'arte, se le guardi dopo aver letto una buona recensione e/o critica, le comprendi; comprendi le intenzioni dell'artista e rivivi pienamente le sue emozioni.
Spero che qualche altro possa fare una lettura tale da far godere, anche a quelli come me, queste foto.
Nulla toglie che questa introduzione alla lettura, questa spiegazione non la possa dare proprio tu.
Ti abbraccio cordialmente Gio.
PS
Perdona la mia lunghezza.
Gio', ecco un intervento davvero prezioso il tuo, che mi aiuta a capire come mai questa piccola serie abbia suscitato così poco interesse. Giustissimo quel che scrivi, ma non sentirti inadeguato alla lettura o comprensione di queste foto, perchè non ci sono "messaggi" da interpretare, sono semplicemente degli "omaggi" personali alla storia del cinema, che come sai e scrivi fa parte integrante della mia formazione non solo fotografica ma anche di vita. E non posso certo pretendere che questa mia altra grande passione oltre a quella fotografica sia ugualmente condivisa da chiunque o da tanti... Grazie davvero, ciao!
Quando avevo 17/18 anni per me c'era Wenders, Herzog, Truffaut e il recupero della Nouvelle Vague, Oshima, Ozu e Vertov ma anche il western sulla Rai del Lunedì sera!
Tutto questo era molto difficile da recuperare allora ma lo cercavo, lo studiavo e lo vedevo. In sintesi, ecco il motivo del mio piacere che non è stato fotografico ma immaginativo ed emozionale, come solo il buio con un filo di luce, può darti.
Ciao Marco :-))
Grazie, anche ad Annamaria, ciao.