anche questa è una tua foto simbolo, la ricordo benissimo su latri lidi ultra elogiata e a ragione... bene ha fatto Alberto ad appenderla in soggiorno! Gran bel scatto!
Grazie per avermi fatto rivedere "casa".....
Potrei parlare per ore di questo posto, di quella colomba, di mia nonna, ma non è questo il momento, ne lo stato d'animo .. di nuovo grazie :-o
Ciao Simona, mi farebbe piacere conoscere la tua storia, quella di tua nonna ecc.
In merito a questa immagine devo dirti che per me ha un significato molto importante, non solo perche' l'ho utilizzata per una vendita di beneficenza, soprattutto per il momento in cui e' stata scattata.
Era un primo pomeriggio e lo scatto e' coinciso con la notizia data dalla radio che gli americani avevano iniziato il bombardamento in Irak, la colomba mi stava aspettando...
Grazie per il tuo intervento.
;-)
Cassino è la città in cui sono nata ed è per me il luogo della memoria….non la mia personalmente, ma quella che ho assorbito attraverso i racconti dei miei nonni, degli anziani, attraverso le immagini, le foto..e attraverso i segni, le cicatrici che restano, nonostante la forza che spinge a ricostruire, nonostante la vita che riprende, nonostante una colomba che si poggia a terra in un nuovo raggio di luce…..
Eppure Cassino è una città che non ha pelle per raccontare le sue cicatrici, esse non sono visibili sui muri o nelle strade…perché di muri e di strade, “dopo”, a Cassino non ne sono restati…
Le cicatrici le puoi trovare nei racconti di chi “dopo” è tornato a camminare nel nulla rimasto, scavalcando morti ai lati delle strade, come faremmo oggi con degli stracci, cercando di ritrovare la via tra le case distrutte e i crateri delle bombe e chiedendosi dov’è finita la sua città, la sua casa, la sua storia, il suo passato…
Le cicatrici son rimaste negli occhi di chi “dopo” ha guardato in alto, verso la montagna e, senza capire,ha visto cancellata la montagna stessa, il monastero e con essi secoli di arte,storia e di cultura, la fede nell’inviolabilità di un luogo sacro, la sua stessa identità…..
Oggi le cicatrici le puoi sentire nella voce di una bellissima vecchia signora che, “dopo” 70 anni ancora si ranicchia a terra con le mani sul capo se vola un aereo da caccia troppo basso…che dice di non accendere fuochi a terra che sotto ci sono le bombe, che ancora si ricorda di quando aveva paura dell’uomo nero…
Sotto gli archi, oltre quella balaustra , c’è una valle…. ogni volta che torno a Montecassino, io faccio in modo di giungere per ultimo a guardare oltre quel limite…ci vado “dopo” ...dopo aver girato, guardato, respirato il vento, la luce, il bianco, il marmo…
Arrivo li, mi affaccio e capisco che le cicatrici restano, ma che c’è sempre un “dopo”possibile, anche quando può sembrare che non ci sia più nulla e, forse, che non ci sia stato mai neanche un “prima”..
Sai Paolo, la colomba quando io ho guardato non c’èra, ma a me ogni volta è sembrato lo stesso di vederla volare….
Perdonami la lunghezza.....e ancora grazie.
Simona
Simona, ti ringrazio per questo tuo racconto vero.
E' bello sentire la storia raccontata da chi l'ha vissuta e credo sia bello per chi l'ha vissuta poterla raccontare...
Grazie ancora.
;-)
Ita grazie a te per il tuo commento.
:-D
Alberto
Ciao
;-)
Potrei parlare per ore di questo posto, di quella colomba, di mia nonna, ma non è questo il momento, ne lo stato d'animo .. di nuovo grazie :-o
In merito a questa immagine devo dirti che per me ha un significato molto importante, non solo perche' l'ho utilizzata per una vendita di beneficenza, soprattutto per il momento in cui e' stata scattata.
Era un primo pomeriggio e lo scatto e' coinciso con la notizia data dalla radio che gli americani avevano iniziato il bombardamento in Irak, la colomba mi stava aspettando...
Grazie per il tuo intervento.
;-)
;-)
Eppure Cassino è una città che non ha pelle per raccontare le sue cicatrici, esse non sono visibili sui muri o nelle strade…perché di muri e di strade, “dopo”, a Cassino non ne sono restati…
Le cicatrici le puoi trovare nei racconti di chi “dopo” è tornato a camminare nel nulla rimasto, scavalcando morti ai lati delle strade, come faremmo oggi con degli stracci, cercando di ritrovare la via tra le case distrutte e i crateri delle bombe e chiedendosi dov’è finita la sua città, la sua casa, la sua storia, il suo passato…
Le cicatrici son rimaste negli occhi di chi “dopo” ha guardato in alto, verso la montagna e, senza capire,ha visto cancellata la montagna stessa, il monastero e con essi secoli di arte,storia e di cultura, la fede nell’inviolabilità di un luogo sacro, la sua stessa identità…..
Oggi le cicatrici le puoi sentire nella voce di una bellissima vecchia signora che, “dopo” 70 anni ancora si ranicchia a terra con le mani sul capo se vola un aereo da caccia troppo basso…che dice di non accendere fuochi a terra che sotto ci sono le bombe, che ancora si ricorda di quando aveva paura dell’uomo nero…
Sotto gli archi, oltre quella balaustra , c’è una valle…. ogni volta che torno a Montecassino, io faccio in modo di giungere per ultimo a guardare oltre quel limite…ci vado “dopo” ...dopo aver girato, guardato, respirato il vento, la luce, il bianco, il marmo…
Arrivo li, mi affaccio e capisco che le cicatrici restano, ma che c’è sempre un “dopo”possibile, anche quando può sembrare che non ci sia più nulla e, forse, che non ci sia stato mai neanche un “prima”..
Sai Paolo, la colomba quando io ho guardato non c’èra, ma a me ogni volta è sembrato lo stesso di vederla volare….
Perdonami la lunghezza.....e ancora grazie.
Simona
E' bello sentire la storia raccontata da chi l'ha vissuta e credo sia bello per chi l'ha vissuta poterla raccontare...
Grazie ancora.
;-)
Ita grazie a te per il tuo commento.