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Willard
Registrato: 04/02/07 11:51 Messaggi: 245
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Inviato: Ven Gen 09, 2009 10:04 pm Oggetto: visione selettiva |
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"Dedicato ai folli,
Agli anticonformisti
Ai ribelli
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso
Costoro non amano le regole, specie i regolamenti.
E non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Potete citarli. Essere in disaccordo con loro.
Potete glorificarli o denigrarli.
Ma l'unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli.
Perchè riescono a cambiare le cose.
Inventano. Immaginano. Compongono.
Esplorano. Creano. Ispirano.
Fanno progredire l'umanità.
E forse devono essere davvero un po' folli.
Altrimenti come potreste stare di fronte a dei barattoli vuoti
e vedere un'opera d'arte?
O sedere in silenzio e ascoltare una canzone
che non è mai stata scritta?
O guardare un pianeta rosso e immaginare
un laboratorio in movimento?
Noi creiamo strumenti per uomini fatti così.
E mentre qualcuno potrebbe definirli folli,
noi ne vediamo il genio.
Perchè solo coloro che sono abbastanza folli
da pensare di poter cambiare il mondo,
lo cambiano davvero.
Qualcuno è certo che siano folli.
Sono solo giusti."
Ve la ricordate? Era la pubblicità della Apple di qualche annetto ( decennio ) fa.
Vorrei che si ponesse una ponderata attenzione su questa frase “…Altrimenti come potreste stare di fronte a dei barattoli vuoti e vedere un'opera d'arte?...”
Questa frase mi/ci permette di capire quanto la nostra meccanica visione non è per niente impermeabile. Fattori culturali, emozionali, ( tridimensionali, ) si insinuano nella visione e deformano ciò che è il reale.
Noi vediamo ciò e come quello che ci interessa di vedere ( vediamo ciò che siamo ). Esempio. Quando vedo una chiesa, un campanile per me/noi non esistono linee cadenti. La nostra visione “sa” come essere aggiustata. Altro esempio. Un gruppo di persone a noi sconosciute passa inosservato. Se però sappiamo che nel gruppo c’è una persona che conosciamo, ci basta poco per rintracciarla e da quel momento “vedremo” solo quella persona.
La macchina fotografica è un ogggetto: non ha cultura, non pensa, non “vede” riporta graficamente ciò che il nostro indice ha “indicato”. Pertanto ci troviamo fotografie ( vedi primo esempio ) con linee cadenti che, vuoi per la bidimensionalità, vuoi per il punto di ripresa non mi/ci piacciono. Nel secondo esempio incappiamo in errori che ci possono costare cari ( vedi foto sdrammatizzante sotto ). Abbiamo una visione selettiva e dobbiamo educarla, nel momento dello scatto, ad essere neutra come quel mix di ferro e vetro che ci troviamo spesso in mano.
Questo è un primo passo. Come nella scrittura: la calligrafia secondo regola mi permette di individuare senza alcun dubbio la consonante o vocale scritta. Altra storia è scrivere la parola correttamente. L’ultimo passaggio è il linguaggio che deve essere comune tra me e l’interlocutore. Ma di questo ne parleremo un’altra volta.( c'è chi sbadiglia...t'ho visto sai ! )
Passo alla fotografia, trovata in rete, per sorridere con voi.
Alessandro |
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Omar Biagi
Registrato: 07/05/08 06:02 Messaggi: 409 Residenza: Pietrasanta
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Inviato: Sab Gen 10, 2009 6:41 am Oggetto: |
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io disegno e dipingo da sempre, da molto prima di inizare a fotografare.
il concetto è più o meno il solito, ma le premesse sono opposte.
nel primo caso si parte dal nulla, bisogna aggiungere qualcosa ed evitare il troppo.
nel secondo si parte proprio dal troppo e bisogna scremare, tagliare, selezionare.
ripeto spesso che in qualunque forma d'arte, qualunque artista che voglia vincere la biennale di Venezia o semplicemente occupare il tempo libero, deve tenere sempre in mente che lo scopo finale, il fine ultimo, è e deve essere la sintesi. |
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Marco Furio Perini SOCIO SOSTENITORE
Registrato: 20/03/08 17:38 Messaggi: 1504 Residenza: Torino
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Inviato: Sab Gen 10, 2009 7:12 am Oggetto: |
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Mi piace questo intervento di Alessandro, che mi sento di condividere in gran parte. Anche a me molto spesso capita di guardare una fotografia e di vederci tante altre cose oltre all'oggettività di ciò che ritrae... e spesso queste "visioni" altre le includo nei brevi commenti che esprimo alle foto in questione, sempre nella convinzione di far cosa gradita anche agli stessi autori, perchè è un riconoscimento alla loro capacità di creare immagini non scontate nè didascaliche, ma ricche di più piani di lettura, di interpretazione, di piacere visivo ed emotivo. |
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