"un giorno qualunque"
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Vi sono varie fasi che noi fotoamatori attraversiamo, o che perlomeno sarebbe corretto attraversare, prima di sentirci fotografi.
La prima è il vero approccio alla fotografia, dove cioè si smette di fotografare senza sapere cosa e perché, ma soprattutto come si fotografa. Quando si passa dalle solite foto di famiglia, compleanni, viaggi ecc... e si comincia a voler fare foto "diverse". Quando cioè sentiamo la spinta irresistibile a fare foto "strane", come quelle viste in una rivista di moda o di sport. Oppure perché abbiamo l'esigenza di seguire il nostro istinto artistico e basta. Allora partiamo con tutte le nostre belle idee e buone intenzioni e ci mettiamo a fotografare, magari con una compatta presa con i punti alla Esselunga o al Carrefour, tutto quello che a noi piace fotografare e come a noi piace. Qui cominciano le difficoltà ... Il mezzo non ci aiuta! Allora passiamo ad una fotocamera accessoriata di tutto punto 12 megapixel, pensando: "Cavolo questa le farà benissimo ho speso un occhio!".
Ma le foto non vengono ancora come le desideriamo... Sarà perché l'occhio invece di spenderlo per la macchina era meglio conservarlo per "vedere" le foto ed imparare prima come usare al meglio il mezzo a disposizione. Una buona regola è imparare a usare la macchina fotografica, imparare le regole elementari della fotografia, NON usare l'impostazione Program, ma studiare sul campo ed in teoria quello che è l'arte visiva in genere e la fotografia in particolare. In base a quanta voglia abbiamo di studiare ed applicarci, avremo maggiori risultati. Tanto prima ci convinceremo di questo, tanto prima impareremo a fotografare.
E' così in ogni campo. Nello sport va avanti chi si allena sempre ed è disciplinato, non chi credendosi arrivato fa una vita sregolata e perde il ritmo. Nel lavoro ottiene promozioni chi si interessa a quello che fa e lo fa con maggiore cura di quelli che tirano a campare e timbrano solamente il cartellino senza minimamente accendere il cervello sul posto di lavoro.
Ultima fase, dopo aver studiato, anche grazie all'esempio e allo scambio di informazioni sui vari siti di fotografia come il nostro, si passa alla ricerca di uno stile personale, si cerca di trovare il campo dove ognuno di noi si esprime meglio, con maggior passione e buoni risultati.
Ci sarà chi si dedicherà alla foto sportiva, chi a quella naturalistica, chi al reportage e magari passando al professionismo, riuscendo a vendere qualche scatto o qualche servizio intero.
Qualcuno, dalla sensibilità più artistica, si dedicherà a sviluppare qualcosa di veramente nuovo, di innovativo da guardare con stupore ed interesse. Vi sono esempi di questi ultimi sul nostro sito e uno dei più significativi ed apprezzati è quello del pittore con la macchina fotografica Roberto Cicchinè e la foto che presento oggi è un classico della sua idea di fotografia. Non una fotografia canonica o semplicemente didascalica, ma una interpretazione personale della realtà . Un voler esprimere attraverso immagini catturate con la fotocamera un proprio sentire interiore, le proprie emozioni, il proprio stato d'animo e comunicarle a noi che osserviamo le sue opere con stupore e interesse.
Quando si vedono foto del genere non si può non pensare alla pittura.
Il nostro Roberto è stato un precursore sul nostro sito, un degno allievo del grande Giacomelli.
Alcuni lavori ricalcano e percorrono lo stile del fotografo anch'egli marchigiano, come il nostro Cicchinè, altri sono personali, una sorta di sviluppo del tema tracciato dal maestro.
In questa fotografia, in particolare, si nota il gusto pittorico dell'autore, che usa il mezzo fotografico come una specie di pennello digitale e la post produzione al computer per ricreare al meglio l'effetto carboncino o pennellata o spatola, a seconda dei casi.
La cosa deliziosa in questo scatto è la composizione, equilibrata nelle masse, nei chiari scuri e nella disposizione dei punti d'interesse, dove l'occhio subito viene attratto. La figura umana in alto che lentamente se ne va ed il gatto che veloce sembra voler scappare fuori dal fotogramma.
La figura scura su campo chiaro, la figura chiara su campo scuro, una in alto a sinistra e l'altra in basso a destra in una ipotetica diagonale che li unisce e li contrappone al tempo stesso, in un percorso visivo ideale che l'occhio segue come leggendo una storia che si snoda nei vicoli di un paese che non c'è, o meglio che esiste nella mente e nei sogni di ognuno di noi. Questa immagine, così comune, così quotidiana e di vita vissuta semplicemente, ricorda una fiaba, un racconto, un film a ciascuno di noi, magari in modi diversi, ma in ognuno di noi suscita un ricordo, un'emozione.
Questo, in fondo, è il bello della fotografia, catturare o creare immagini che suscitino emozione, interesse, discussione. Questo al nostro Roberto riesce benissimo ed in questa fotografia troviamo la dimostrazione che lui, percorrendo strade già tracciate, è riuscito ad aggiungere qualcosa di personale, è riuscito a sviluppare un tema facendo nascere un filone creativo da seguire con interesse. Come vedremo in seguito con le sue prossime fotografie il nostro amico ne ha fatta di strada e di bellissime fotografie, approdando ultimamente a qualcosa di nuovo e di prettamente originale.
Alberto Gianfranco Baccelli
(bagdesign)
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una grande foto
una foto super
Ciao GRANDE Robi :!:
bravo
ciao,franco
Come si dice? Quoto Marco assolutamente. Segnalo. Anche se un po' ho perso il conto delle segnalazioni questa vale. gigi
Ottima non incontro tra l'animale e l'uomo...e ottima gestione della scala dei grigi.
Della grana mi hai detto già e qui ci sta, ci sta tutta...
mi associo agli altri!
Libero ;-)
E segnalo !
Ciao.
enrico (ventrix)
Tu Vedi....!!!! cazzarola!
le tue foto Urlano
complimenti
Grande immagine di un grande artista...
ciao Roberto
visionaria !