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C'era una volta....
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Una delle più grandi qualità di un fotografo è l'occhio. Il saper vedere, cioè, oltre quello che si sta guardando; osservare e capire cosa farne di quello che abbiamo davanti. Ed è proprio l'occhio fotografico che contraddistingue un fotografo da un buon fotografo, così come in altri campi la creatività e le doti naturali aiutano a diventare migliori. Avere occhio è un istinto naturale, ma si può anche acquisire, osservando i lavori degli altri e cercando, ogni volta, di azionare il cervello prima di scattare e provando e riprovando a non limitarsi a fare un solo click. Avere occhio aiuta a trovare spunti diversi ed originali, in una parola a creare una foto diversa, aiuta ad interpretare il soggetto che vogliamo riprendere. E' vero che vi sono occasioni dove non c'è tempo di osservare e vedere troppo la scena, ma in un caso come questo che prendo in esame, di tempo ce n'è stato. Molti di fronte a questo bel castello si sarebbero limitati a scattare alcune foto (nella migliore delle ipotesi) con diverse angolazioni. Alcuni avrebbero notato le radici lì vicino e giù un paio di scatti anche a quell'elemento, ma pochi avrebbero cercato e trovato quello che Paolo in questa foto ci propone.
Da sottolineare, per prima cosa, la composizione molto curata, sviluppata in diagonale in modo da conferire importanza sia alle radici che al castello ed al cielo. L'uso di una buona profondità di campo rende il lavoro apprezzabile in tutti i suoi particolari, così le pietre del castello con la loro texture contrastano le linee morbide del legno in basso.
L'imponenza del castello viene quasi negata e resa fantastica, fiabesca, come se fosse un piccolo castello poggiato su quelle radici o come se le radici fossero così grandi da sostenere un intero castello. Tutto questo è conferito dal punto basso di ripresa e dall'uso di una focale adatta (12 mm) che avendo un ampio campo di ripresa permette di creare queste strane e interessanti combinazioni.
Un altro punto di forza della foto presa in esame sta nel cielo, come fosse in movimento, in contrasto con il resto del fotogramma che risulta statico e concreto. Quelle nuvole sembrano conferire un alone ancor più fiabesco, proprio per l'effetto che danno con il loro apparire così diverse da ciò che sta sotto.
Quindi, riassumendo, in questa foto si trovano parecchi elementi su cui pensare e da cui prendere spunto per le nostre prossime foto: occhio, composizione, scelta della giusta ottica e profondità di campo.
Alberto Gianfranco Baccelli
(bagdesign)
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Mi sarebbe piaciuto vederla intera, ma anche quadrata rende!
Mi piace il taglio quadrato.
Bravissimo :-o
Complimentissimi!
Saro
Una meraviglia
elfosem