|
il gigante e la cittÃ
|
Dove i telamoni sono ormai abbandonati e le cariatidi parenti lontane, il gigante sembra avere lìultimo afflato, come invito alla città a non lasciarsi crollare nelle case, nelle mura, nel morale, nel senso civico. Molti abitanti di Agrigento e della Sicilia si sentono come questa scultura, con mani e gambe amputate, ma le ali, come la lingua (Buttitta docet), la cultura, la dignità , di queste, no, non possono privarcene.
|
|
Ma la composizione è, credo, voluta proprio per quasi "mimetizzare" nel paesaggio la scultura. Rispetto a Selinunte è forte l'impatto dello skyline fagocitato dalla città , per fortuna, arrestato dal piano regolatore entrato a norma e leggi paesaggistiche. Rimane nel suolo e nel cielo la definizione più netta della forma, mentre le parti "intime" del gigante, per così dire, è sembrato più opportuno mimetizzarle con questa vista....;D
Forse un messaggio di anticipaizione in riferimento all'imminente crollo di una civiltà ormai indegna di portare tale nome.
Forse non è un caso che il mio primo pensiero è andato al rudere semisommerso della Statua dellà Libertà che accoglie Charlton Heston sul finire de "Il Pianeta delle Scimmie" :-((
un caro saluto Daniela!
saro
Ma soprattutto, cosa che non mi son sentita di denunciare nell'about, per non essere noiosa, è che, in Sicilia, l'assemblea regionale si è opposta ai tagli nel numero dei consiglieri comunali e provinciali e relativi stipendi e si vocifera che ci riuscirà . Ah...sì. In effetti hanno fatto dei tagli significativi: 30% sulle spese per i funerali degli onorevoli. E considerandone la longevità proverbiale, non vedo dove sia il risparmio...>.<