Informazioni File |
Nome file: | _MG_2617.jpg |
Nome Album: | bellandi luca / Bianco e Nero |
AUTORIZZI EVENTUALE RECENSIONE (SI/NO): | si |
Luogo dello scatto:: | Lucca |
Dimensione file: | 299 KB |
Aggiunto il: | Feb 20, 2011 |
Dimensioni: | 900 x 583 pixels |
Visto: | 89 volte |
Apertura Diaframma: | f 1.4 |
FNumber: | f 3.5 |
ISO: | 400 |
Lunghezza Focale: | 50 mm |
Modello: | Canon EOS 40D |
Tempo d'esposizione: | 1/320 sec |
URL: | http://www.micromosso.com/galleria/displayimage.php?pos=-74249 |
Preferiti: | Aggiungi ai preferiti |
Senza provocazione mi piacerebbe capire i motivi che spingono un "fotoamatore", un fotografo, a fare certi scatti. Mi piacerebbe sentire le "ragioni" dell'autore.
Inoltre per il solito "giochino" che faccio con me stesso e sulla "mia" città d'indovinare i luoghi: è per caso scattata sulla salita che porta al caffè delle mura?
un salutone ed a presto magari a spasso su le mura
ciao Luca
Detto questo sono d'accordo con Giacomo e gli altri.
E' da una vita che continuo a sostenere che la maggior parte dei reportage, vedo che nella tua, per ora piccola galleria, hai alcune foto di persone disagiate, non servano ad un bel nulla.
Un nulla di fatto, come il 99% del foto del World Press annuale, perchè non risvegliano nessuna coscienza ne in chi vede ne in chi fotografa, non si insinuano nel sottosuolo dell'anima, sono colpi troppi forti o troppo deboli.
A volte sapere che non possiamo rimediare il mondo, ci rende rivoluzionari e ci riempie di altre visioni da ricercare.
Ciao, con stima -))
Io invece ribadisco proprio quello che ho scritto in precedenza, questa è l'opinione che mi sono fatto nel corso del tempo.
Apprezzo i fotografi che si mettono in gioco nel mondo ma non altrettanto il modo smisurato, fuorviante e altamente tossico agli occhi, per l'uso che ne viene fatto di tali immagini, con la complicità di molti fotografi, gratificati dai vari premi e ambiziosi di poter partire immediatamente in un altro luogo di guerra e terrore.
Mi sembra il gioco complice tra vittima e aguzzino come tra guardia e ladro, uno non esiste senza l'altro.
Spesso, il finto buonismo tinto di moralismo, la rabbia e la povertà esaltata che sta dietro ad alcune immagini e così evidente che mi fa prendere le distanze anche da cause che probabilmente sposerei, per gli ideali espressi.
Molto probabile che chi viene fotografato in certi momenti così estremi, non sappia nemmemo mai, di aver creato la fortuna di chi ha scattato e a me questo importa parecchio.
La fotografia non ha mai cambiato profondamente, benchè se ne voglia dire egoicamente a volte il contrario, il corso della storia. Quella sarebbe cambiata lo stesso.
Questa è la mia opinione anche su molte serie viste in tanti festival di fotografia, che vengono osannate ma che non interessano quasi a nessuno, se non a chi le fa e diventa famoso in tale ambito, vedi foto di comunità di Rom, albini vari, ecc. ecc.
Qui si aprono scenari enormi, etici, morali e filosofici.
Forse un giorno potremmo creare un conviale incontro pubblico per parlarne, magari con la complicità di MicroMosso e dei suoi fotografi.
Ciao :-))
ciao giuli.
-non mi pare che la foto di Luca per come è stata scattata possa dispiacere a nessuno;
-non siamo di fronte ad un caso di illecito arricchimento o di procurata fortuna a danno degli "ultimi"
-non è la stessa cosa fotografare per vendere o per esprimersi.
Credo che la fotografia porti con sè tutto il nostro meglio e tutto il nostro lato oscuro, sempre. A volte passa ogni limite, che dire dei reportage di guerra dove non compaiono morti e feriti? O delle foto della mia citta scattate sempre e solo nel cosiddetto "triangolo d'oro"?
Una cosa fotografata diventa riconoscibile, familiare, assume rilevanza. Io con franchezza ho molta più paura di quello che non si vede o che non mi fanno vedere.