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perchè.....perchè?
_DSF2062.jpg Senza_titolo-1.jpg _MG_2617.jpg DSC01255.jpg 89.jpg
Informazioni File
Nome file:_MG_2617.jpg
Nome Album:bellandi luca / Bianco e Nero
AUTORIZZI EVENTUALE RECENSIONE (SI/NO):si
Luogo dello scatto::Lucca
Dimensione file:299 KB
Aggiunto il:Feb 20, 2011
Dimensioni:900 x 583 pixels
Visto:89 volte
Apertura Diaframma:f 1.4
FNumber:f 3.5
ISO:400
Lunghezza Focale:50 mm
Modello:Canon EOS 40D
Tempo d'esposizione:1/320 sec
URL:http://www.micromosso.com/galleria/displayimage.php?pos=-74249
Preferiti:Aggiungi ai preferiti
giacomo saviozzi  Send PM [Feb 20, 2011 at 11:48 AM]

la domanda è posta benissimo: "perchè?....Perché?" ed io aggiungerei: "perché..Perché...fotografare cio'?"

Senza provocazione mi piacerebbe capire i motivi che spingono un "fotoamatore", un fotografo, a fare certi scatti. Mi piacerebbe sentire le "ragioni" dell'autore.

Inoltre per il solito "giochino" che faccio con me stesso e sulla "mia" città d'indovinare i luoghi: è per caso scattata sulla salita che porta al caffè delle mura?

bellandi luca  Send PM [Feb 20, 2011 at 12:12 PM]

buongiorno Giacomo,il luogo è proprio quello,per quanto concerne il perchè proverò a spiegarlo con poche parole:credo sia giusto attraverso questo ,ed anche altri siti fotografici,mostrare immagini che testimoniano,purtroppo,scene come questa e se possibile prenderne coscienza e magari cercare di porvi rimedio,non tutto quello che circonda è bello luminoso,colorato spettacolare ,magari fosse così ! per me la foto è anche questo
un salutone ed a presto magari a spasso su le mura
ciao Luca

giacomo saviozzi  Send PM [Feb 20, 2011 at 12:45 PM]

Ummm. Si. Pregevole intento. Ora provo a spiegarti invece il mio pensiero. Cerchero' di essere sintetico. ( non mi è facile ;-) ). Vero cio' che dici che non sempre cio' che ci circonda è luminoso e allegro. Sono il primo a sostenerlo va da se che fotografo molto spesso situazioni "border line". Quello che ti contesto non è il fatto che l'hai fotografato ma come. Prova a fare questo esperimento mentale. Calati nei suoi panni. Immagina un fotografo, con la sua "bella" attrezzatura costosa, la sua casa, la famiglia, il pc per il foto ritocco, etc. Questo dall'altra parte della strada mentre tu stai dormento, magari dopo che hai affogato i pensieri nell'alcol, ti fotografa per metterti su MM. Sicuramente anche se lo fa con l'intento nobile di denunciare un disagio credo che non saresti contento. Non tanto perché sei finito su un sito ma soprattutto perché non racconta un bel niente di questo disagio, bensì ci fa vedere una cosa che abbiamo presente pressapoco tutti i giorni. Tutti vediamo un clochard che dorme sulla panchina. Non ci meravigliamo. Quello però che non ci chiediamo è appunto: Perché? Tu avresti potuto fornirci i mezzi per rispondere a questa domanda, semplicemente avvicinandoti, parlandoci, chiededogli se potevi fare delle foto. Ponendo la domanda: perché? Come avrebbe detto Diane Arbus: "raccontami un segreto". Quello che non approvo in questo genre di fotografie è il vojerismo che spesso ci si nasconde dietro. Questa foto è l'equivalente dello sguardo distratto del passante. La stessa prospettiva. Si passa, si guarda distrattamente e poi magari al calduccio delle nostre case ci chiediamo: "perchè...Perché?" Il fotografo deve, se decide di fare queste foto, poter rispodere, o cmq tentare, Non si può limitare a guardare come gli altri. Il compito è appunto di denuncia, d'informazione. Questa foto rischia di essere una delle migliaia fatte di nascosto che si vedono nel web che non danno ne risposte e pongono la domanda in modo errato. Capisco che non sia facile instaurare un feedback con certi "personaggi" ma credimi è possibile con un po' di pazienza e di tatto.

Marco Furio Perini  Send PM [Feb 20, 2011 at 12:46 PM]

Luca, credo che il tuo ragionamento parta da un presupposto errato, dicendo "credo sia giusto... mostrare immagini che testimoniano purtroppo, scene come questa e se possibile prenderne coscienza e magari cercare di porvi rimedio...". Ragionamento sicuramente nobile, ma che non serve a nessuno, perchè scene come questa le vediamo già ogni giorno dal vero nelle nostre strade, e ciascuno di noi ha già modo di porsi di fronte al problema secondo la propria sensibilità, cultura, stato d'animo. Sono immagini che ritengo pertanto inutili sia come denuncia, sia come contributo all'arte fotografica. Sorry, non è la prima volta che intervengo su questa questione, concedimi la sincerità, è solo quel che penso. Ciao

Franco Bertagna  Send PM [Feb 20, 2011 at 01:42 PM]

quoto Saviozzi al 200%.

giannimazzesi  Send PM [Feb 21, 2011 at 03:28 PM]

Intento nobile il tuo, Luca, come pure la domanda che ti poni.
Detto questo sono d'accordo con Giacomo e gli altri.
E' da una vita che continuo a sostenere che la maggior parte dei reportage, vedo che nella tua, per ora piccola galleria, hai alcune foto di persone disagiate, non servano ad un bel nulla.
Un nulla di fatto, come il 99% del foto del World Press annuale, perchè non risvegliano nessuna coscienza ne in chi vede ne in chi fotografa, non si insinuano nel sottosuolo dell'anima, sono colpi troppi forti o troppo deboli.
A volte sapere che non possiamo rimediare il mondo, ci rende rivoluzionari e ci riempie di altre visioni da ricercare.
Ciao, con stima -))

giacomo saviozzi  Send PM [Feb 21, 2011 at 04:29 PM]

No Gianni...Non sono d'accordo: "come il 99% del foto del World Press annuale, perchè non risvegliano nessuna coscienza ne in chi vede ne in chi fotografa". Non è vero. L'occhio del fotografo, la penna del giornalista, e perché no pure la lingua tagliente del "comico" servono eccome a risvegliare le coscienze. Cio' che sostengo è che alcune immagini, alcuni testi, alcune battute, restono "vento" perché non entrano nel vero, nel vivo delle cose ma restano ai margini, inermi spettatori. Il Word Press ci presenta il 99% delle foto che sono nella scena, dove cio' accade e se la gente dedicasse un po' del suo tempo a guardarle non solo come "oggetto" ben fatto ma come racconto e riflettesse eccome se si ritroverebbe la coscienza scossa. Io quest'anno a Lucca mi sono trovato davanti a eventi e ho sentito le urla e il dolore tanto il fotografo era riuscito a "stare nella scena". Per cui non me la sento di generalizzare. Ho tenuto a puntualizzare il mio pensiero proprio per non far trasparire l'errata idea che il sottoscritto disapprova le foto di denuncia, anzi. Le approvo proprio quando queste lo sono. Grazie

giannimazzesi  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:01 PM]

Ciao Giacomo e Luca.
Io invece ribadisco proprio quello che ho scritto in precedenza, questa è l'opinione che mi sono fatto nel corso del tempo.
Apprezzo i fotografi che si mettono in gioco nel mondo ma non altrettanto il modo smisurato, fuorviante e altamente tossico agli occhi, per l'uso che ne viene fatto di tali immagini, con la complicità di molti fotografi, gratificati dai vari premi e ambiziosi di poter partire immediatamente in un altro luogo di guerra e terrore.
Mi sembra il gioco complice tra vittima e aguzzino come tra guardia e ladro, uno non esiste senza l'altro.
Spesso, il finto buonismo tinto di moralismo, la rabbia e la povertà esaltata che sta dietro ad alcune immagini e così evidente che mi fa prendere le distanze anche da cause che probabilmente sposerei, per gli ideali espressi.
Molto probabile che chi viene fotografato in certi momenti così estremi, non sappia nemmemo mai, di aver creato la fortuna di chi ha scattato e a me questo importa parecchio.
La fotografia non ha mai cambiato profondamente, benchè se ne voglia dire egoicamente a volte il contrario, il corso della storia. Quella sarebbe cambiata lo stesso.
Questa è la mia opinione anche su molte serie viste in tanti festival di fotografia, che vengono osannate ma che non interessano quasi a nessuno, se non a chi le fa e diventa famoso in tale ambito, vedi foto di comunità di Rom, albini vari, ecc. ecc.
Qui si aprono scenari enormi, etici, morali e filosofici.
Forse un giorno potremmo creare un conviale incontro pubblico per parlarne, magari con la complicità di MicroMosso e dei suoi fotografi.
Ciao :-))

Cocca Alessandro  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:14 PM]

Io dico solo che tutta sta trafila di commenti perbenisti non ci sarebbe se l'autore si chiamasse in un altro modo. Fare fotografie non significa fare volontariato, ognuno fotografa quel che gli pare. Non leggo nessuno di questi commenti su altre foto di visi martoriati dalla guerra, dalla povertà o dalla violenza. Non ci vedo nessuna differenza, quante foto di persone povere o tristi ci sono su questo sito ? Sono iscritto da poco ma più di una volta mi è capitato di vedere visi di bambini di una tristezza incredibile eppure su quegli scatti si sprecano complimenti. Sia chiaro a me questo foto non piace, non ci trovo nulla di che ma non ha niente di diverso dal fotografare un bambino indiano/africano pieno di terra con gli occhi stralunati per la fame o la sete... anzi forse questo è meno fastidioso. Provate a chiedere quanti fotografi hanno dato una mano economica o anche solo un aiuto a quelle creature che entrano nelle loro macchine fotografiche......

Marco Furio Perini  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:15 PM]

Ho visto anch'io lo scorso anno la mostra di cui parlate (ora aspetto che arrivi la più recente). Mi trovo a metà strada tra il parere di Giacomo e quello di Gianni. Ho sempre adorato le grandi foto di reportage, bellico, politico o sociale che fosse. Devo però riconoscere che ultimamente i reporter, come dice Gianni, cercano troppo spesso l'effettaccio truculento ed orrorifico ad ogni costo, probabilmente incalzati dalle esigenze editoriali sempre più "disinibite" dai freni di natura etica e morale.Credo che i grandi della Magnum avessero davvero tutt'altro approccio e stile... Ciao

Antonio Perrone Torkio  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:24 PM]

No Alessandro credo che tu ti stia sbagliando e di grosso... Molte foto che dici tu di bambini africani per esempio sono frutto di un esemplare lavoro di volontariato ... ti faccio un esempio e spero vorrai andare a cercarlo come autore su Micromosso, Mario Gabbarini... spesso lui va a vivere con loro (ora credo sia proprio in Africa) tramite la Comunità di Sant'Egidio ... andrei cauto nel fare di tutta l'erba un fascio...

Cocca Alessandro  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:30 PM]

Ciao Antonio, sicuramente esistono fotografi che fanno volontariato e io li ammiro, ma quanti sono ? E poi il concetto che volevo esprimere era solo quello di libertà, tutto qui. Se uno vuole fotografare un soggetto come questo è libero di farlo senza sentirsi definito uno sfruttatore delle sfortune altrui.... perchè la maggiorparte dei fotografi di reportage lo fa. Poi che sia giusto o sbagliato....beh siamo tutti d'accordo che sia poco elegante.

giuliano andrea ravasio  Send PM [Feb 21, 2011 at 05:45 PM]

anc'io quando l'ho vista mi son chiesto perchè,ma come Giacomo perchè l'hai scattata, e più ancora perchè l'hai postata,Cosi pure per le fotografie che ritraggono miseria ed ingerenza, fotografie che hanno fatto "colpo" nella sensibilità o meglio negli animi degli uomini, che a volte,si, come dice Antonio sono narrazioni di volontari che per i più deboli hanno dato la vita, ma il più delle voltesono state la fortuna di chi le ha scattate
ciao giuli.

Mariano Mellini  Send PM [Feb 21, 2011 at 06:05 PM]

Bellissima discussione ma
-non mi pare che la foto di Luca per come è stata scattata possa dispiacere a nessuno;
-non siamo di fronte ad un caso di illecito arricchimento o di procurata fortuna a danno degli "ultimi"
-non è la stessa cosa fotografare per vendere o per esprimersi.
Credo che la fotografia porti con sè tutto il nostro meglio e tutto il nostro lato oscuro, sempre. A volte passa ogni limite, che dire dei reportage di guerra dove non compaiono morti e feriti? O delle foto della mia citta scattate sempre e solo nel cosiddetto "triangolo d'oro"?
Una cosa fotografata diventa riconoscibile, familiare, assume rilevanza. Io con franchezza ho molta più paura di quello che non si vede o che non mi fanno vedere.




 

   
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