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Autoritratto.
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Io sono il mio naufragio,
caduto per tempesta in un catino,
perso in un bicchier d'acqua,
sono il mio non saper far niente,
sono un panno da stendere
senza destinazione d'uso,
sono la goccia che
non fa traboccare il vaso
ma che asciuga sul bordo.
Io sono il mio naufragio,
la carta infradiciata indecifrabile
che ha stinto le sue lettere.
Testo di Matteo Pelliti da " Il dono dell'ombra" (testi per parole Pelliti-
testi per immagini Berardi).
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Molto bello anche il testo!
brava!
alberto
E quelle parole... risuonano anche per me o, meglio, erano perfette prima di iniziare, con pazienza e senza fretta, a "riappropriarmi" di me stessa,
Susanna
segni imprecisi strizzati dal vento.
Intimi segni di ripulite ombre,
di gocce, osservate speciali dal sole.
Ciao Giulia :-))
Luminosità ed ombramolto ben distribuite e quella macchia rossa è un incanto.
Very well done my dear friend.
Hugs!
saro
ps Bravo pure il Pelliti
un abbraccio
dani
Congratulazioni
Angelo
La foto non induce a pensieri esistenziali, o così almeno credo (prima che tu mi chieda quando mai ho strizzato uno straccio... :-))
Comunque è bella,
Ciao
Capisco, comunque, certe incombenze ripetitive che sembrano fatte apposta per indurre allo scoramento, tanto che l'avevo sottolineato nel precedente post, sebbene in modo non chiarissimo.
Ciao Giulia,
buona notte
un'ombra che ti rappresenta ma forse per la pretesa di un volere sempre di più, una volontà di miglioramento continuo.
Anche nell'immagine ad esempio è tutto al suo posto, le piante, il catino, la donna ma soprattutto le ombre . . . quindi come non darti ascolto !
Un saluto John