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Giovanni Pandolfi
Registrato: 09/10/10 07:54 Messaggi: 200 Residenza: Ercolano
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Inviato: Mer Giu 11, 2014 11:10 am Oggetto: Ci sarà un perchè di Paolo Chellis |
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Ieri sera in giro per i meandri e per i vicoli stretti e tortuosi di MM mi sono perso. Mi sono perso e ritrovato, per caso, davanti a questa foto di Paolo de Chellis, giovane frequentatore del circolo fotografico.
Faccio una premessa, sarà parte importante per questo commento. Commento che, come è mio solito, inizio senza sapere a priori dove poi mi porterà il ragionamento (lo scrivo mentre lo faccio).
Cosa è ritratto.
La foto ritrae uno spazio espositivo di opere moderne appartenenti al genere etnico astratto. Certamente opere di artisti semplici di cultura tribale e tradizionale. Artisti semplici ma dalla espressività che attrae ed incuriosisce noi (me in particolare) che siamo lontani dai loro percorsi formativi. Attrae perché diversi sono soggetti, tecniche e stili espressivi. La foto ritrae inoltre un giovane che certamente guarda la parete bianca tra due quadri; egli è vicinissimo alla parete, quasi la tocca.
Come si presenta la foto.
L’osservatore non è subito attratto dal giovane, a parer mio, soggetto della foto; vaga sui quadri giudica osserva esprime opinioni, e se non è attento osservatore gli sfugge quello che è per me il vero punto di forza della foto; il ragazzo che guarda un muro bianco. La scrittura grafica del concetto emotivo penso sia dispersiva, penso che esso abbia bisogno di qualche semplificazione, non sono solito dare consigli in tal senso (sono prima io un principiante); questa volta faccio un’eccezione. Costruirei e comporrei la scena attorno al ragazzo. La foto la vedrei meglio senza quel terzo quadro a dx, inoltre porrei il ragazzo nel terzo sx e ritaglierei poi per riproporzionare, come nell’esempio che segue.
Io la vedrei meglio così:
Ciò premesso cerco d’interpretare le intenzioni dell’autore: quel giovane è lì per caso o per volontà del fotografo? Troppo arduo pensare che è andato ad una mostra per fermarsi a guardare un muro completamente bianco, allora è l’altra ipotesi? Quest’ultima peraltro molto più espressiva e ricca di significati emotivi. Ma sia nell’ipotesi della volontarietà o non volontarietà della posizione, l’autore ha colto un attimo singolare ottimo a trasmettere una sua sensazione emotiva.
Sensazione emotiva.
Quel giovane disilluso da quella esposizione, da quell’arte che non riesce ad apprezzare, guarda la parete. Una sorta di rifiuto, l’atteggiamento con le braccia conserte sembra attendere l’ispirazione giusta per interpretare quei quadri e/o riflettere su cosa deve fare. Il fotografo con quella postura e quella posizione ha impresso, o ha colto (a seconda dei casi) una propria opinione emotiva nella foto.
Il titolo “ci sarà un perché, di fronte all’arte moderna”.
Forse solo “ci sarà un perché” andava meglio. Il riferimento al perché dell’arte è troppo impegnativo, l’arte in qualsiasi forma è espressa può piacere o no, può emozionare o lasciare indifferenti, ma non penso abbia bisogno di motivazioni. Pertanto il titolo: ci sarà un perché quel giovane con le braccia conserte guarda una parete bianca in un contesto espositivo di pittura etnica? Forse è più calzante con la mia interpretazione/lettura della foto.
Bravo Paolo con questa foto dimostri di saper imprimere alle immagini un tuo concetto emotivo, anche se a parer mio, bisognoso di più semplicità, univocità e chiarezza.
Per aprire il post di Paolo in galleria clicca qui:
Giovanni.
PS
Per questo post ho ricevuto la liberatoria anticipata di Paolo. |
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Paolo Agati
Registrato: 15/11/08 19:57 Messaggi: 646 Residenza: Udine
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Inviato: Mer Giu 11, 2014 12:25 pm Oggetto: |
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faccio anch'io una premessa: adoro le letture di giovanni e sono sempre invidioso di chi ne riceve una. su questa però mi permetto di sollevare due obiezioni:
1) il mio occhio è caduto proprio sullo spettatore che fissa il muro e da lì poi ho incominciato a far volare la mente sui perché e sui percome. detto questo per me l'immagine va bene proprio così, con il ragazzo decentrato, piccolo rispetto al frame. quando guardi l'immagine percepisci che c'è qualcosa che non va, una perturbazione nell'immagine e allora incominci a scandagliarla tutta alla ricerca del pelo nell'uovo. ricerca che inequivocabilmente ti conduce appunto al punctum. croppare l'immagine uccide questo processo e limita l'esperienza di chi guarda l'immagine. ovviamente è una mia personalissima opinione e lo dico per amor di discussione.
2) il titolo... anch'io avrei accorciato il titolo... l'avrei accorciato del tutto... non l'avrei messo o avrei messo al più il classico S.T.
un saluto a tutti, ovviamente i miei complimenti a paolo per la foto e a giovanni per i suoi commenti sempre stimolanti _________________ paolo agati
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Sandro Sardoz SOCIO SOSTENITORE
Registrato: 14/01/13 09:52 Messaggi: 945
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Inviato: Mer Giu 11, 2014 1:22 pm Oggetto: |
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Ho letto l'analisi,la lettura di Giovanni.
Non ha tanta importanza ma penso sia una Lei,l'osservatrice,dai fianchi.
Anche se poi non fa` differenza.
Io concordo con il taglio proposto da Giovanni,non solo per il suo ragionamento,ma perche` osservando i due quadri che ritragono in definitiva degli arti,dei piedi,gambe,qual si voglia dire,sono in sintonia con la posa,le gambe stesse della persona posta in mezzo.
E poi ,coincidenza,la testa della donna e` praticamente uguale a quella del dipinto a destra!!!
Ecco,come una foto puo` esser vista in tanti modi da altrettante persone.
Magari poi l'autore,Paolo dira` la sua. |
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giuliano andrea ravasio SOCIO SOSTENITORE
Registrato: 12/05/10 14:23 Messaggi: 394 Residenza: BERGAMO
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Inviato: Mer Giu 11, 2014 3:03 pm Oggetto: |
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anch'io non concordo con il taglio fatto da Giovanni, l'unicco taglio l'avrei fatto in alto, togliendo una piccola parte del grigio la persona si colloca sul terzo basso sinistro, e va a correre perfettamente sulla diagonale. cosi facendo si toglie quel qualcosa che non va, a cui faceva riferimento Paolo, si bilancia il tutto dando cosi più forza al soggetto.
ciao giuliano. _________________ giuli
https://sites.google.com/site/giuli54photographer/home
http://www.sitohd.com/giulianoandrearavasio/ |
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Paolo De Chellis
Registrato: 28/04/14 12:17 Messaggi: 41
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Inviato: Gio Giu 12, 2014 5:28 am Oggetto: |
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Concordo con Paolo Agati, come ho già detto a Giovanni, penso di essere un istintivo, ossia scatto nel momento che l'inquadratura mi suscita qualcosa. In questo caso, lo sfondo molto ampio lascia immaginazione e interpretazioni varie. Anche io penso che togliere il terzo quadro renda l'immagine priva di quello spunto che apre a discussioni. Avrei dovuto spostare l'inquadratura leggermente a dx per dare lo stesso spazio di muro fuori dai quadri, insomma un po' più centrale.
E in effetti il soggetto e donna, si tratta della mia signora e non gli ho chiesto di mettersi in posa davanti al muro, era una sua riflessione in quel punto.
Ringrazio sinceramente tutti per aver condiviso con me queste riflessioni su una mia fotografia, sapere che i propri scatti vengono apprezzati fa sempre molto piacere. |
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Giovanni Pandolfi
Registrato: 09/10/10 07:54 Messaggi: 200 Residenza: Ercolano
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Inviato: Gio Giu 12, 2014 1:37 pm Oggetto: |
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Sono sempre aperto e pronto a rispettare le opinioni altrui. Rimango dell’avviso che trasmettere sensazioni attraverso il linguaggio grafico debba essere semplice, e quando è possibili univoco. Penso che il fotografo debba tendere a ritagliare ed isolare una porzione di verità per utilizzarla per esprimere una propria emozione interiore.
Nel caso della foto in discorso, penso che la mia lettura sia particolare e tendente ad indirizzare l’osservatore verso un racconto unicizzante e chiuso, in disaccordo con i proponimenti dell’autore.
Mi ha fatto piacere discutere con voi di fotografia.
Giovanni. |
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Paolo Agati
Registrato: 15/11/08 19:57 Messaggi: 646 Residenza: Udine
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Inviato: Gio Giu 12, 2014 1:41 pm Oggetto: |
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Giovanni Pandolfi ha scritto: |
...
Mi ha fatto piacere discutere con voi di fotografia.
Giovanni. |
anche a me, ti dirò di più... ce ne fossero altri di momenti così. _________________ paolo agati
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