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impressioni sul photolux edizione 2013

 
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Autore Messaggio
Eloj Lugnani



Registrato: 30/11/10 06:33
Messaggi: 79

MessaggioInviato: Sab Dic 07, 2013 7:25 am    Oggetto: impressioni sul photolux edizione 2013 Rispondi citando

Riporto di seguito senza aggiunte o tagli una mail che ho scritto ad un amico sulle mie personali considerazioni sul festival; mi piacerebbe avere una vostra replica.

"
La cosa che mi ha soddisfatto di più in assoluto è stato il “talk” di Ferdinando Scianna durante il quale ha presentato il suo nuovo libro che solo marginalmente è fotografico in quanto parla di cibo.

Ma veniamo alle moste:



Le gigantografie di Masimo Vitali le ho trovate insulse, intanto perché sono immagini datate e poi perché questi aspetti sugli atteggiamenti stereotipati delle “masse” sono messi molto meglio in luce da fotografi come Martin Parr che giocano anche sugli aspetti paradossali e ironici.

Superato in negativo soltanto da Sara Munari che presenta un lavoro su Israele e Palestina dove l’unica cosa interessante era la spiegazione introduttiva sugli spazi vitali, tema che però è stato sviluppato col culo secondo me: o ti occupi di fotografia sociale o di fotografia artistica; non puoi mescolare le due cose proponendo immagini che non hanno alcuna attinenza col titolo se non per la presenza di linee e settori aggiunti con photoshop.

Lorenzo Tricoli non è da meno col suo lavoro scomposto e arruffato su un quartiere di Milano: in questo caso mi sono rifiutato di guardare i contenuti vista la forma per me inaccettabile.

Boris Mikhailov non l’ho capito e molte sue immagini mi hanno addirittura disgustato: salvo solo 2 immagini del suo lavoro virato ciano che mi hanno catturato per la composizione.



Ora passiamo ai meno peggio

La serie di immagini di Photovogue è un mescolone che non ti spinge ad indugiare sulle immagini: il tema conduttore è così vago che sembra di essere su un portale tipo Micromosso; si staccano nettamente le 4 immagini del vincitore di quel contest Tatsuo Suzuki che propone dei ritratti ravvicinati di cinesi infastiditi dal fatto di essere ripresi.

Chtistopher Thomas propone delle gigantografie stampate su carta cotone con scorci di NY: i cieli slavati divengono punto di forza con quel tessuto meraviglioso ma le immagini mi sembrano accademiche come composizione e inquadratura. Mi chiedo quanto influisca la dimensione di stampa e il supporto in questo lavoro! Ad ogni modo si guardano più che volentieri.

Il World Press Photo l’ho trovato veramente sottotono. La metà delle immagini sono scattate in teatri di guerra civile, in particolare in Siria e mostrano le stesse cose a cui tu fai riferimento nella mail, ma questo si sapeva già dall’inizio, ma anche le altre categorie non mi hanno stupito: la sezione sport e quella natura le ho trovate poco significative…ti dovessi dire un’immagine che mi è rimasta in testa non saprei cosa risponderti al momento.

Andrea Boccalini ha fatto un lavoro sul Corviale, un quartiere degradato di Roma. Il lavoro è abbastanza esaustivo ma mi sono sembrate fotografie “comuni” che chiunque abbia un po’ di dimestichezza con una fotocamera e si muova per qualche giorno in quel quartiere può fare: primi piani, ritratti ambientati, riprese di interni, un po’ di architettura, qualche bambino che gioca……bah. Ad ogni modo si guarda volentieri.

Maurizio Galimberti è un gran furbone che ha trovato il suo filone e lo sfrutta al meglio: i suoi lavori in generale mi piacciono, soprattutto i ritratti ma quelli esposti li ho trovati un po’ ripetitivi. E’ ganzo il video sul suo lavoro…..

Gergely Szatmarì ha fatto un lavoro su una regione del New Jersey vicina NY. Il lavoro è interessante ma mi sembra che abbia fatto uso di molti clichè: il fast food squallido in colori smorti, auto che corrono vicino a un cimitero, un incrocio di una linea ferroviaria con una arteria stradale per mostrare che si tratta di luoghi di passaggio conosciuti solo da chi vi abita, una sopraelevata presa da sotto per esprimere un concetto analogo, qualche cantiere.



Ora quelli per cui è valsa la pena andare:

Luca Campigotto con i suoi scorci urbani mi è piaciuto anche se mi ha incantato solo un’immagine: quella in cui si vede la prua di una nave e sullo sfondo degli edifici geometrici con il cordame di ormeggio che attraversa l’immagine: stupenda.

Ci sono una trentina di scatti di Joel Meyerowitz che conosco bene (ho visto una sua lectio magistralis a firenze e ho letto di lui) e che fa sempre piacere vedere.

Weng Fen propone 10 immagini riprese da una stessa posizione, a distanza di un anno una dall’altra che mostrano lo sviluppo urbano cinese: un bel lavoro.

Jonjas Bendiksen ha fatto un bel lavoro sulle baraccopoli in 4 città completamente diverse: mi sono piaciute le sue ricostruzioni degli interni abitativi con la famiglia che vi abita, ottenute giustapponendo più immagini e anche gli scatti singoli sono molto significativi.

Irene Kung che ho seguito anche nel suo “talk” propone un lavoro sui monumenti del mondo molto estetico utilizzando una tecnica di post produzione che fa sembrare le architetture dipinte con la luce. L’effetto finale è di immagini che sembrano scattate di notte, estremamente pulite e rigorosamente geometriche molto ben fatte e ancor meglio stampate…vende come una disperata.

E’ una bella donna svizzera ma quel tono di voce e quel modo di dire le cose che sembra di una “semplicità studiata a tavolino”, quell’atteggiamento da equilibrio psico-fisico raggiunto e conservato mi irrita molto…ma questo è un problema mio.
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giannimazzesi



Registrato: 10/03/09 08:36
Messaggi: 909
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MessaggioInviato: Sab Dic 07, 2013 10:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Grazie Eloj, la prossima settimana torno a Lucca e poi riapro il post per dirti come la penso io sulle mostre.

Ciao,
Gia Laughing
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Marco Millotti
SOCIO SOSTENITORE


Registrato: 25/11/06 18:09
Messaggi: 409

MessaggioInviato: Sab Dic 07, 2013 5:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Eloj Smile
Vado oltre, anzi probabilmente fuori tema... confermando la mia totale ignoranza in materia.
Sono stato a Lucca, ho ammirato il piccolo-grande mondo di Micromosso in una stanza.
Ho girato palazzi con stanze enormi, ho visto fotografie che mi hanno fulminato ed altre davanti alle quali ho sbadigliato, ma onestamente non ricordo un solo nome degli autori.
La cosa più bella per me è stato rivedere delle persone ancor prima delle immagini.
Il grande rammarico è stato quello di non rivederle tutte e altro grande rammarico è stato quello di non poterti stringere la mano.
un saluto
marco
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