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La foto piu' costosa di tutti i tempi
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Autore Messaggio
Paola Lirusso



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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 5:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Nicola Lodigiani ha scritto:
giannimazzesi ha scritto:
Quello che ritengo non sia per nulla interessante dire è con quale tecnica ottiene i suoi risultati.
Quasi a nessun gallerista, figuriamoci ai collezionisti, interessa con quale maccchina viene prodotta un opera fotografica contemporanea.
Come diceva qualcuno, sarebbe come chiedere con quale macchina da scrivere fosse stato redatto "l'uomo senza qualità" di Musil.

Ciao,
Gianni Laughing


che a quelle persone non interessi niente sinceramente è molto triste e soprattutto molto superficiale, ma permettimi di dire che se "l'uomo senza qualità" fosse stato scritto con un mac, un pc di ultima generazione oppure una olivetti lettera 22 concordo con te che non avrebbe alcuna importanza, ma se quella foto è fatta con una digitalina primo prezzo di euronics oppure con un banco ottico e lastre o pellicole e magari stampata a mano dall'autore la cosa è decisamente diversa.......
Il paragone macchina fotogrgafica e macchina da scrivere, già sentito un milione di volte con testi diversi non lo trovo per niente pertinente.

Nicola


quando un artigiano termina il suo lavoro cosa rimane? rimane l'opera giusto? che sia stata fatta con un chiodo usato come scalpellino o che sia stato fatto con uno scalpellino aerodinamico molecolare laser etc...a chi importa? dimentichiamo sempre L'OPERA ...il resto è scuola scuola di apprendimento e non scuola del "Mostrarsi"
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Nicola Lodigiani
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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 6:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Paola Lirusso ha scritto:
Nicola Lodigiani ha scritto:
giannimazzesi ha scritto:
Quello che ritengo non sia per nulla interessante dire è con quale tecnica ottiene i suoi risultati.
Quasi a nessun gallerista, figuriamoci ai collezionisti, interessa con quale maccchina viene prodotta un opera fotografica contemporanea.
Come diceva qualcuno, sarebbe come chiedere con quale macchina da scrivere fosse stato redatto "l'uomo senza qualità" di Musil.

Ciao,
Gianni Laughing


che a quelle persone non interessi niente sinceramente è molto triste e soprattutto molto superficiale, ma permettimi di dire che se "l'uomo senza qualità" fosse stato scritto con un mac, un pc di ultima generazione oppure una olivetti lettera 22 concordo con te che non avrebbe alcuna importanza, ma se quella foto è fatta con una digitalina primo prezzo di euronics oppure con un banco ottico e lastre o pellicole e magari stampata a mano dall'autore la cosa è decisamente diversa.......
Il paragone macchina fotogrgafica e macchina da scrivere, già sentito un milione di volte con testi diversi non lo trovo per niente pertinente.

Nicola


quando un artigiano termina il suo lavoro cosa rimane? rimane l'opera giusto? che sia stata fatta con un chiodo usato come scalpellino o che sia stato fatto con uno scalpellino aerodinamico molecolare laser etc...a chi importa? dimentichiamo sempre L'OPERA ...il resto è scuola scuola di apprendimento e non scuola del "Mostrarsi"


Ma vedi, se devo spendere 3,8 milioni di $ per acquistare un oggetto di artigianato permittimi che non solo vorrei sapere con cosa è stato fatto, ma anche da chi, quando, come e perchè e, se possibile, cosa aveva mangiato per colazione l'artigiano, altrimenti spiegatemi perchè invece di un prezioso pezzo d'artigianato non comprare (allo stesso prezzo naturalmente) una bella copia cinese fatto in una qualche cantina sfruttando magari lavoro minorile?
In un libro il mezzo tecnico non importa nulla, leggere la Bibbia in versione economica regalata alla cresima e nella prima stampa di Guttemberg non si aggiunge o non si toglie niente al valore dell'opera, ma pensate un attimo cosa c'è dietro ad una fotografia........ soprattutto in una fotografia come quella, che, sinceramente, poco trasmette a livello emotivo guardandola, scommetto che se arrivava su MM con sotto un nome un po' anonimo posso scommetterci che sarebbe finita nelle foto non commentate. Avendo 3,8 mln di $ comprereste il David di Michelangelo o una di quelle belle copie che si trovano nei negozi di arredamenti per giardino?

Nicola
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Paola Lirusso



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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 6:26 am    Oggetto: Rispondi citando

ci sono argomenti che non possono essere mescolati tra loro...la religione distrugge la spiritualità e l'arte, la politica distrugge altrettanto: spiritualità e arte perchè nella sua ottusità non ammette che esista un Io superiore che ci abita. Fare un discordo di bambini sfruttati...è politica, non dico che il problema non vada risolto, ma è solo politica e va discusso in quell'ambito, in quella sede...Fare un discorso di costi è sempre politica ,che ha sfruttato la sua idiozia per accappararsi il "creativo" per sfruttarlo per i suoi fini, come la religione fa questo per i suoi scopi...basta guardare tutta l'iconografia religiosa. L'artista offre qualcosa di alto di sè, se si può cogliere bene altrimenti non è un suo demerito ma nostro semmai...
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giannimazzesi



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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 7:20 am    Oggetto: Rispondi citando

Buongiorno a tutti!
Capisco quello che dici Nicola perchè è una cifra enorme per la quasi totalità di noi e vorresti sapere tutto.
Vorreste sapere chi è che l'ha fatta: questo è proprio il punto.
Infatti, cosa diviene importante per dare un valore ad un oggetto artistico? Come definirlo tale? Perchè è arte e non artigianato?
Le risposte sarebbero molteplici, ma è però sicuro che acquista valore se chi la produce si pone al mondo come artista, con pregi e difetti di tale affermazione di sé e non come artigiano, con i propri valori altrettanto validi, però diversi per forma e contenuto.
In rarissimi casi le cose coesistono, ma l'arte contemporanea in primis è molto diversa dall'artigianato.
E' il pensiero di due mondi che potrebbero a prima vista assomigliarsi ma che tendono a vivere assai diversamente le cose nel mondo.
L'arte in genere va controcorrente, destabilizza, pensa cripticamente, scandalizza, sbeffeggia e accetta poco le regole imposte, quando rimane legata ad una purezza di intenti.
L'artigiano è incline a ritrovare la tradizione, la sostanza materica dell'oggetto e al massimo cerca di ridefinire minimamente dei canoni di classicità storica.
Ma il punto finale è: l'artista fa la quotazione e non l'opera in sé.

Ciao!
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ventrix
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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 8:06 am    Oggetto: Rispondi citando

Nicola Lodigiani ha scritto:

Ma vedi, se devo spendere 3,8 milioni di $ per acquistare un oggetto di artigianato permittimi che non solo vorrei sapere con cosa è stato fatto, ma anche da chi, quando, come e perchè e, se possibile, cosa aveva mangiato per colazione l'artigiano, altrimenti spiegatemi perchè invece di un prezioso pezzo d'artigianato non comprare (allo stesso prezzo naturalmente) una bella copia cinese fatto in una qualche cantina sfruttando magari lavoro minorile?
In un libro il mezzo tecnico non importa nulla, leggere la Bibbia in versione economica regalata alla cresima e nella prima stampa di Guttemberg non si aggiunge o non si toglie niente al valore dell'opera, ma pensate un attimo cosa c'è dietro ad una fotografia........ soprattutto in una fotografia come quella, che, sinceramente, poco trasmette a livello emotivo guardandola, scommetto che se arrivava su MM con sotto un nome un po' anonimo posso scommetterci che sarebbe finita nelle foto non commentate. Avendo 3,8 mln di $ comprereste il David di Michelangelo o una di quelle belle copie che si trovano nei negozi di arredamenti per giardino?

Nicola


Mah! sulla questione dell'edizione della Bibbia non sono molto d'accordo con Nicola, oppure bisogna distinguere bene, se cerco solo il contenuto dell'opera potrei anche essere d'accordo, ma sulla differenza tra maneggiare un'edizione economica della Bibbia o la Bibbia di Borso d'Este miniata ho qualche propensione, potendo, di orientare le mie preferenze sulla seconda. Sarebbe come dire che avendo possibilita' economica e volendo acquisire la famosa foto del Bacio di Doisneau in copia originale oppure in poster, mi pare ci passi una certa differenza. Nell'ambito della fotografia c'e' anche da introdurre un altro parametro, difficilmente le foto di artisti possono essere un unicum, avendo il negativo o la copia digitale se ne possono stampare un numero considerevole. Per un dipinto invece il discorso e' un po' diverso.

Ciao.

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Nicola Lodigiani
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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 8:27 am    Oggetto: Rispondi citando

non è una questione di grandi cifre, logico che più le cifre diventano importanti e più mi piace essere "noioso" nelle mie scelte. Quello che dico prendetelo come un parere personalissimo. Io non trovo una gran differenza tra l'acquistare un prodotto di un artista piuttosto che da un artigiano, in entrambi i casi vorrei però comprare un prodotto che è stato fatto dall'artista/artigiano che sia piuttosto che da un cinese cantinaro.
Per questo motivo mi piace avere più informazioni possibili a riguardo quello che vado ad acquistare. Se parliamo poi di arte so benissimo che il prezzo lo fa l'artista, però nulla mi vieta di lasciare all'artista il suo prodotto se quello non soddisfa i miei interessi e sono convinto che se tutti facessero come me l'arte in genere ne trarrebbe un grossissimo vantaggio, nell'esempio specifico la foto è una foto che non mi lascia niente ne a livello emozionale tanto meno a livello tecnico, d'impulso non la comprerei mai neanche per 10 euro.
@ Enrico: sono della tua stessa identica idea, ma l'edizione miniata non aggiunge niente al contenuto dell'opera stessa, una foto su carta baritata stampata a mano piuttosto che su politenata al minilab cambia decisamente la sostanza, se non altro perchè avremmo l'interpretazione dell'artista dei toni della stampa e non di un circuito stampato di una scheda elettronica del chiosco della Kodak.

Nicola
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L'ultima modifica di Nicola Lodigiani il Lun Mag 23, 2011 8:31 am, modificato 1 volta
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giannimazzesi



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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 8:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Nicola, le scelte sono personali, non c'è niente da aggiungere.
Aggiungo qualche riflessione: siamo sicuri che se la foto non fosse stata anche portata ad essere riconosiuta nel tempo come arte, noi saremmo qui a fare fotografie?
Non dovremmo forse essere grati a coloro che hanno sperimentato e ricercato nuovi linguaggi e non solo nuove macchine?
Fotografiamo per piacere a chi?
Per trasmettere che cosa?
Per cambiare qualcosa e siamo autoreferenziali?
Qualsiasi arte che così venga definita, cosa dona a noi umani?

Enrico, ormai è cosa consolidata che si numerino e si firmino le foto,
Addirittura c'è che distrugge e butta il file o il negativo dopo il numero di copie vendute.
Paradossalmente è più complesso avere foto taroccate che dipinti falsi, come insegna la storia dei falsi artistici.

Ciao,
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ventrix
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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 9:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Nicola Lodigiani ha scritto:

@ Enrico: sono della tua stessa identica idea, ma l'edizione miniata non aggiunge niente al contenuto dell'opera stessa, una foto su carta baritata stampata a mano piuttosto che su politenata al minilab cambia decisamente la sostanza, se non altro perchè avremmo l'interpretazione dell'artista dei toni della stampa e non di un circuito stampato di una scheda elettronica del chiosco della Kodak.

Nicola


Provo a fare un altro esempio: un appartamento e' sempre un appartamento serve a viverci, ma come mai un appartamento a parita' di metri quadrati e sevizi se si trova in una zona periferica puo' costare meno di un appartamento della stessa metratura posto in centro storico? Nel caso della Bibbia, quella di Guttenbeg e' la prima stampata a caratteri, e vale sicuramente meno di una scritta su pergamena a mano, quella del mio esempio era quella di Borso d'Este, dove se si esclude momentaneamente il contenuto, le miniature fanno la parte del leone, e' li che l'artista o gli artisti hanno trovato e ricercato la differenziazione rispetto ad una copia senza miniature. E' il lavoro di ricerca e di originalita' che caratterizza l'opera e li ha ragione Gianni, c'e' un lavoro dietro, un'esperienza e una ricerca che sicuramente impreziosiscono l'oggetto.

Ciao.

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Nicola Lodigiani
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MessaggioInviato: Lun Mag 23, 2011 10:03 am    Oggetto: Rispondi citando

ventrix ha scritto:
Nicola Lodigiani ha scritto:

@ Enrico: sono della tua stessa identica idea, ma l'edizione miniata non aggiunge niente al contenuto dell'opera stessa, una foto su carta baritata stampata a mano piuttosto che su politenata al minilab cambia decisamente la sostanza, se non altro perchè avremmo l'interpretazione dell'artista dei toni della stampa e non di un circuito stampato di una scheda elettronica del chiosco della Kodak.

Nicola


Provo a fare un altro esempio: un appartamento e' sempre un appartamento serve a viverci, ma come mai un appartamento a parita' di metri quadrati e sevizi se si trova in una zona periferica puo' costare meno di un appartamento della stessa metratura posto in centro storico? Nel caso della Bibbia, quella di Guttenbeg e' la prima stampata a caratteri, e vale sicuramente meno di una scritta su pergamena a mano, quella del mio esempio era quella di Borso d'Este, dove se si esclude momentaneamente il contenuto, le miniature fanno la parte del leone, e' li che l'artista o gli artisti hanno trovato e ricercato la differenziazione rispetto ad una copia senza miniature. E' il lavoro di ricerca e di originalita' che caratterizza l'opera e li ha ragione Gianni, c'e' un lavoro dietro, un'esperienza e una ricerca che sicuramente impreziosiscono l'oggetto.

Ciao.

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E' vero anche questo, ma stiamo valutando il contenuto di un libro o le miniature? Perchè se stiamo valutando il libro, le parole scritte su quella di Borso D'Este sono le stesse identiche della versione economica della cresima e quindi la versione con merletti ed affini non aggiunge niente al contenuto.
Se stiamo valutando il valore dei due volumi allora le cose cambiano.
In una foto è importante secondo me, oltre quello che lo scatto di per se ti può dare, anche sapere come è stata stampata e da chi, vedete tutti i giorni nei commenti di micromosso come su una foto si stia a disquisire su semplici sfumature e/o dettagli evidenziabili o addirittura clonabili ed eliminabili, quindi se la stampa è fatta dall'artista in persona avremo la certezza che quello che vediamo è esattamente quello che l'artista voleva farci vedere e non una semplice riproduzione effettuata da un qualsiasi stampatore o peggio ancora da una macchina.

Nicola
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Fausto Germano'



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MessaggioInviato: Mar Mag 24, 2011 8:37 am    Oggetto: Rispondi citando

giannimazzesi ha scritto:
... Comunque dissento un poco dall'analisi di Fausto, perchè la Sherman lavora con la fotografia sulla sua (e quindi anche sulla nostra) identità ponendosi non solo come autoritrattistica (cosa interessante ma abbastanza banale) ma come rivelatrice di identità comuni, inventandosi e portando addosso a sé anche attraverso il travestimento, una serie di clichè surreali o veritieri a seconda dei casi.
Quello che ritengo non sia per nulla interessante dire è con quale tecnica ottiene i suoi risultati...


Gianni, non ho compreso bene in cosa tu dissenta dalla mia analisi. L'ho detto sopra che la Sherman si ispira anche alla Body Art ("comprende forme artistiche fatte sul corpo, con il corpo o opere consistenti nel corpo stesso" - Wikipedia), mentre non ho parlato della tecnica usata (francamente non so neanche come l'abbia realizzata, pur potendolo immaginare, essendo lo scatto del 1982). Io ho messo semplicemente l'accento sull'aspetto economico della faccenda, che è poi il motore che fa girare il mondo dell'arte contemporanea (leggere la prefazione di Bonito Oliva al volume "L'arte moderna" di G.C. Argan). Se distogliessimo per un attimo la mente dal legame arte-mercato, allora vedremmo il prodotto artistico nella sua vera essenza, che non si discosta molto da quella che doveva animare l’ignoto autore delle Grotte di Altamira.
Il mercato, nell’arte, viaggia su un binario parallelo ma ad essa del tutto estraneo. A volerli sovrapporre si ottiene un effetto fuorviante, poiché conduce alla convinzione della corretta identità “alto costo” = “opera migliore”.
Porto un esempio: se guardiamo Guernica di Picasso, non ci passa minimamente per la testa l’idea del suo valore di mercato; è un’opera universalmente riconosciuta come patrimonio dell’umanità e l’ammiriamo e ci emozioniamo per quello che ci trasmette e per il suo riferimento storico. L’impatto emozionale di certo non è uguale, ma nemmeno poi così diverso se l’ammiriamo al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia o su una buona stampa, questo perchè il valore è “intrinseco” all’opera stessa e non convenzionale.
Un metodo che suggerisco per valutare in modo soggettivo un’opera d’arte, è quello di calcolare per quanto tempo la stessa riesce a farci restare ad ammirarla, per quanto a farci perdere nei suoi particolari e quanto veramente a coinvolgerci sul piano emotivo-emozionale, al punto di farci sentire più ricchi interiormente.
Nel caso specifico, trovo questa immagine una bella immagine, al pari, un po’ di più, un po’ di meno, delle decine e decine di altre che giornalmente mi capita di vedere.
Quando, qualche anno fa, l’ho vista per la prima volta, non ricordo di essere rimasto “sconvolto”, come penso non lo sia stata la quasi totalità delle persone cui è capitato di trovarsela sotto gli occhi.
Perché adesso ne parliamo? Ma perché un qualcosa di “estraneo” all’opera è subentrato, lasciando disorientate e sconvolte le nostre convinzioni, per quell’errore che ci porta inconsciamente a ritenere corretta l’identità “alto costo” = “opera migliore”.
Quello che io, senza ovviamente avere la presunzione di essere l'oracolo di Delfi, cerco di dire, è che una cosa è l’opera d’arte e un’altra è il mercato dell’arte in cui “gli attori più autorevoli (gli artisti più quotati, i galleristi più potenti, i direttori di musei prestigiosi, gli editori d'arte e i giornalisti più letti e temuti, gli organizzatori di fiere e biennali accreditate) hanno la capacità di dettar legge impostando le regole dell'intero mondo dell'arte”.
Irridere chi dice “Lo potevo fare anch’io”, a me suona come un alibi dietro cui ci si trincera per dar credito a chi sostiene che è arte anche spegnere e riaccendere la lampadina di un museo (M. Creed), o schierare 14 cavalli in una sala d’esposizione (Kounellis), far morire un cane di fame e di sete (G. H. Vargas), piazzare 10 scalette in un cortile (C. Closky), "esporre" un ragazzo affetto da sindrome di Down (G. De Dominicis), ecc. ecc.
A volte sono portato a pensare che anche nell’arte vi siano degli strani sarti che creano vestiti con un “formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti”.
A volte, invece, mi viene da pensare che sia solo un mio incolmabile limite culturale e allora lascio, con una punta d’invidia, ad altre menti più capaci l’apprezzamento di tali capolavori.
Ciao a tutti,
Fausto
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giannimazzesi



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MessaggioInviato: Mar Mag 24, 2011 1:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao a tutti,
E' chiarissimo che l'opera sia una cosa e il mercato sia tutt'altro.
La Sherman che ripeto non amo particolarmente, è un artista in pieno ed è certamente estranea come la maggior parte degli artisti, al mercato, che comprende anche le sue opere e le sue quotazioni.
Il valore di un opera prescinde dalla sua apparenza e di certo anche Guernica, come ammette Vittorio Messori e altri storici è stata molto ben pagata anche allora, senza costituire una bellezza per l'epoca:
"In effetti, il famoso pittore, grande appassionato della corrida, aveva celebrato in un'enorme tela - che conservava ancora nel suo studio parigino - la morte di un celebre torero, Joselito. Ma quando il governo repubblicano gli chiese un quadro per l'Esposizione Universale di Parigi, che doveva aver luogo nel 1937, ecco che Picasso pensò bene di utilizzare l'opera già dipinta in memoria di Joselito, limitandosi a qualche modifica e al cambio del titolo, che divenne appunto Guernica: dopo di che passò ad incassare dal governo spagnolo il prezzo pattuito: 300.000 pesetas, cioè qualche miliardo di oggi, regolarmente fornito da Stalin".
Ma Picasso, non c'entra nulla con la fotografia della Sherman in questione e il valore economico prescinde da una presunta bellezza formale, vedi proprio anche gli esempi fatti da te con artisti che hanno dato qualcosa al loro tempo, ognuno come poteva.
Il titolo del libro di Bonami è la frase che si sente con maggiore frequenza di fronte ad un opera ad una mostra d'arte contemporanea e mi pare non abbia lo scopo di irridere nessuno ma di riflettere sui sistemi che fanno di una creazione un opera d'arte.
Ma l'artisticità non si misura, non è una qualità visiva, non è la nitidezza o la messa a fuoco, nè la qualità del colore nè la sottigliezza dei grigi.
Cosa sia nessuno lo sa, anche se qualcuno sostiene che "l'arte è idea, e l'ideale, che si coltiva col gesto, che si sedimenta in un atto, in un'installazione di cose, che vive in una dichiarazione d'intenti" e questo mi trova assolutamente in accordo.
La foto più pagata al mondo non è una meraviglia della natura, nè la quintessenza dell'arte fotografica ma a qualcuno è interessato pagarla per un piacere emotivo, per un investimento o per una ricerca culturale, o chissà perchè.
Io dico che se ci limitiamo a pensarci sempre limitati non andremo mai verso lo sconosciuto, limitandoci a quel terreno sicuro che per sua natura ci limiterà, inaridendosi, sempre di più.

Ciao!
Gianni Laughing
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L'ultima modifica di giannimazzesi il Mar Mag 24, 2011 2:17 pm, modificato 1 volta
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Paola Lirusso



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MessaggioInviato: Mar Mag 24, 2011 1:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

un'opera pagata miliardi diventa ,paradossalmente, invendibile e quindi protetta , non ci si può limitare a dire che è stata pagata troppo o troppo poco, il valore è un valore immateriale...è un valore assoluto...il prezzo lo fanno i burocrati in base a mille interessi e sempre i burocrati decidono che un'opera vale quanto "la mia" perchè non ha nulla di più nulla di meno...ma noi sappiamo che non è così
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Fausto Germano'



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MessaggioInviato: Mer Mag 25, 2011 3:34 pm    Oggetto: Rispondi citando

giannimazzesi ha scritto:

E' chiarissimo che l'opera sia una cosa e il mercato sia tutt'altro.

Appunto! E' quello che dicevo.

giannimazzesi ha scritto:

Il valore di un opera prescinde dalla sua apparenza e di certo anche Guernica, come ammette Vittorio Messori e altri storici è stata molto ben pagata anche allora, senza costituire una bellezza per l'epoca:

Appunto! Pur non avendolo fatto apposta, la scelta di Guernica, come si dice, cade a fagiolo, avvalorando il punto precedente.

giannimazzesi ha scritto:

Il titolo del libro di Bonami è la frase che si sente con maggiore frequenza di fronte ad un opera ad una mostra d'arte contemporanea e mi pare non abbia lo scopo di irridere nessuno ma di riflettere sui sistemi che fanno di una creazione un opera d'arte.

Se per “sistemi” intendiamo l’apparato che detta le leggi del mercato (gli artisti più quotati, i galleristi più potenti, i direttori di musei prestigiosi, gli editori d'arte e i giornalisti più letti e temuti, gli organizzatori di fiere e biennali accreditate) non ho difficoltà a dirti che sono perfettamente d’accordo.

giannimazzesi ha scritto:

Ma l'artisticità non si misura, non è una qualità visiva, non è la nitidezza o la messa a fuoco, nè la qualità del colore nè la sottigliezza dei grigi.
Cosa sia nessuno lo sa, anche se qualcuno sostiene che "l'arte è idea, e l'ideale, che si coltiva col gesto, che si sedimenta in un atto, in un'installazione di cose, che vive in una dichiarazione d'intenti" e questo mi trova assolutamente in accordo.

Perfettamente d’accordo.

giannimazzesi ha scritto:

La foto più pagata al mondo non è una meraviglia della natura, nè la quintessenza dell'arte fotografica ma a qualcuno è interessato pagarla per un piacere emotivo, per un investimento o per una ricerca culturale, o chissà perchè.

Ancora una volta sottoscrivo. Perfettamente d’accordo.
Ma se siamo perfettamente d’accordo, Gianni, di cosa stiamo discutendo io e te da tre giorni?
E agli altri questo tema non interessa per niente?
Un caro saluto,
Fausto

PS: sulla nota questione, molto controversa, di Guernica, francamente non vedo il problema. Un’opera d’arte, come dicevo, è tale per se stessa, non risponde del suo autore, nè del modo in cui questi l’ha realizzata. Ricordiamo che Benvenuto Cellini aveva sulla coscienza ben tre omicidi, ma nel guardare il suo Perseo nessuno si sogna di legarne la bellezza alla “bruttezza” del suo autore. Analogo discorso si potrebbe fare per Caravaggio e per altri cento e cento artisti che ci hanno lasciato l'immenso patrimonio che conosciamo.
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MessaggioInviato: Mer Mag 25, 2011 4:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

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giannimazzesi



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MessaggioInviato: Mer Mag 25, 2011 10:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Fausto non ci capisco più niente...!
E' evidente secondo me una cosa, che non interessa a molti questo argomento... io invece trovo che sia di fondamentale importanza vedere e capire come va la fotografia insieme all'arte e come l'arte possa assorbire la fotografia, e il mercato è l'aspetto fondamentale di tutto questo passaggio.
Nino, non avevi un articolo più aggiornato? Questo è di cinque anni fa... Laughing

Ciao!
Gianni Laughing
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