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La foto di Libero Musetti





La recensione di Riccardo Corsini

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Per il mio modesto giudizio, sono immagini che rimangono impresse nella mente di un fotoamatore, per sempre, Platone o Aristotele a parte, è il gesto impressionato, un’attimo fuggente, di quelli che durano solo pochi secondi, e poi spariscono per sempre, rimanendo solo nella mente, oppure impressi su una pellicola, sensore……
Interessante il dilemma che Michele si chiede, e chiede a Libero, “Voluta o presa al volo”………
Due scuole di pensiero, che hanno diviso tanti fotoamatori e non solo, sul metodo di fare street, anche se qui non si tratta di street, ma il concetto fotografico è il medesimo, sempre si stratta di riprendere persone, il più delle volte a loro insaputa, invece che in una strada, ad una mostra fotografica, ma per me rientra in quel genere di fotografia.
Provo a dare la mia ricetta, sul “Colta al volo” o “Costruita”.
Personalmente preferisco l’immagine colta al volo, un genere fotografico che predilige alcune piccole doti, prontezza di riflessi, fotocamera impostata bene, di solito non c’è il tempo per impostarla al momento, l’attimo, dura,……. Un’attimo, colpo d’occhio, e idee chiare su cosa si vuole fare, e su quello che stiamo cercando, in strada in una piazza, senza tralasciare l’occasione del momento, quando ti capita quello che non ti aspetti, e devi essere pronto e per nulla emozionato, altrimenti addio scatto, se la foto di Libero è un’immagine presa al volo, senz’altro è stata un’illuminazione fulminea, vedere quel l’uomo che praticamente si metteva nella identica posa, riprodotta nella fotografia appesa al muro, ecco, la lampadina che si accende e si scatta, magari si era li’ per tutt’altra cosa………
L’immagine costruita, parte da un altro concetto, parte da un’idea, che può essere partorita sul posto, oppure pensata a lungo, e poi messa in opera alla prima occasione, ha meno fascino, è meno legata al momento, meno emozionante in fase di scatto, ma, ha una dote importante, parte da un’idea, e le idee, sono il motore della vita, poi, non sempre è facile costruire una fotografia, specialmente se abbiamo bisogno di attori/amici, un conto è riprendere una scena spontanea, un conto è chiedere ad un amico, di fare una parte, bisogna essere molto bravi a guidare la persona, per cercare di portarla su quello che abbiamo nella testa, come risultato finale, quasi fossimo dei piccoli registi.
La solita immagine, come potrebbe essere questa, a secondo di come Libero l’ha concepita, ha due origini diverse, ma il risultato è il medesimo, quello che noi vediamo è la solita fotografia, sia che sia fatta al volo, che costruita, ed è quello che a noi deve bastare, quando una foto è bella, interessante, intensa, di contenuto, non ci deve interessare se è fatta al volo o costruita, quella è una soddisfazione personale, quello che conta è il risultato, come quando sento certe scuse, su errori fotografici, a me non interessa, se eri appeso ad un albero a testa in giù, e come a me a tanti altri, a me interessa quello che mi fai vedere, no com’è stato ottenuto, ne possiamo anche parlare, errore o capolavoro che sia, ma è sempre il risultato quello che conta………
Personalmente sono immagini ,queste, che non mi lasciano indifferente, l’attinenza di un gesto di una persona, con un cartellone pubblicitario, o come in questo caso con una fotografia stessa, mi hanno sempre attratto, ed è un genere di fotografia che spesso cerco.
In questa di Libero, mi attrae, la persona “Viva” con gli occhiali pure, la mano, un gesto eloquente, ma quello che mi ha colpito di più, è l’occhio che si intravede, dietro l’occhiali, del fotografato, cribbio!!! Sembra vero, reale, sembra guardare il suo osservatore, scrutarlo, sembrano scrutarsi a vicenda, è una sfumatura, ma secondo me, di grossa rilevanza artistica, il cuore dellìimmagine………….
La critica della linea, che esce dalla testa, a parer mio è un dettaglio ininfluente, al fine del contenuto dell’immagine, è un piccolo errore, se di errore si vuol parlare, che non si nota neppure più di tanto, oggi giorno, con PS, toglierla è di una semplicità unica, quasi quasi, comincio a rivalutare questi piccoli errori, danno un senso più naturale alla fotografia, gli conferiscono una genuinità, perduta, nella nuova era del digitale, dove spesso non si sa più a cosa siamo di fronte, è una nuova realtà, con cui confrontarsi, ormai non si torna indietro, e questa linea rende la foto molto reale, linea che non è altro che una cornice di una fotografia accanto, con questo non voglio dire che sia un pregio, da sempre le linee che escono dalle “teste” non sono il massimo della vita, ma vorrei che si riflettesse, su queste piccole sbavature, che sanno di antico, di una fotografia che ormai sta sparendo, per lasciare il posto alla nuova generazione!
Per concludere, mi piace il taglio, e la composizione, occupa un posto di rilievo, nel mio interessamento, anche l’intensità che si respira, il bianco e nero, non è per i puristi delle tonalità, ma per quelli come me, che preferiscono dei bianco e nero un po’ diversi, più personalizzati, con neri chiusi, e grigi decisi, una fotografia che avrei voluto fare volentieri, una bella fotografia, di quelle che non ti fanno saltare sulla sedia appena la vedi, ma che apprezzi piano piano, più la guardi, più ti concentri su quell’occhio, più l’apprezzi, complimenti, anche se non saranno certo i primi che ti vengono fatti…………

Riccardo Corsini