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[Antonio Perrone Torkio]

Le idee vincenti attraversano il tempo conservando la loro efficacia. E’ quanto può dirsi del sistema rotante swivel che da quasi un decennio caratterizza alcune fotocamere della serie Coolpix di Nikon .
Un tempo seriose, oggi si presentano in versione trendy, con un design curatissimo, tanto da far parte della collezione S ovvero Style .
La filosofia, fatta eccezione per il mirino ottico e il display di stato monocromatico, divenuti un ricordo del passato, è sempre la stessa: un corpo macchina diviso in due parti, la prima contenente l’obiettivo, la seconda l’ottimo display e la parte elettronica, in grado di ruotare di 270 gradi l’una rispetto all’altra, per scattare da qualunque posizione ci si trovi.

L’ammiraglia delle serie S è la S10 , inviata in prova nel nostro laboratorio. Basta poco per percepire il valore dell’obiettivo zoom dotato di 10 ingrandimenti ottici , un 38-380 mm nel formato equivalente, accresciuto dall’essere interno a un corpo macchina metallico che, in quanto a dimensioni, è di poco più grande di una classica compatta.

Indiscutibili le capacità di ingrandimento, anche se alla minima focale abbiamo riscontrato una distorsione a barilotto che si fa evidente quando si includono nell’inquadratura delle quinte verticali, come bordi e muri di edifici. Lo stabilizzatore VR (Vibration Reduction), la cui efficienza è stata già sperimentata con alcune Coolpix della serie P, permette di usare con tranquillità la macchina sfruttandone il potente teleobiettivo e riducendo il rischio di mosso.

Non mancano le funzioni speciali, particolarmente gradite a chi non ha una preparazione tecnica avanzata, ma che sacrificano, al contrario, chi ama ricorrere alle regolazioni manuali.
Se da un lato, la S10 mette a disposizione dei programmi di ripresa ben definiti, per comporre paesaggi, tramonti e ritratti, ricorrendo a tal proposito anche alla funzione di riconoscimento automatico del volto, dall’altro offre la selezione del punto di messa a fuoco, fra 99 disponibili, come unica funzione manuale.

I risultati sono buoni, dal punto di vista del colore e del rumore di fondo che fino a 400 ISO è contenuto, ma restiamo perplessi di fronte alla impossibilità di sapere, dopo aver premuto il pulsante di scatto a mezza corsa, in che modo la macchina esporrà il CCD alla luce: i valori del tempo e dell’apertura F non vengono infatti visualizzati sul display. In fase di riproduzione degli scatti, la macchina si dimostra molto versatile, consentendo la correzione del contrasto fra zone chiare e scure (D-Lighting) e la realizzazione di slide show con sottofondo musicale.

In profondità
Sulla parte sinistra del corpo macchina, quella che contiene l’obiettivo 10x, sono presenti soltanto due pulsanti. Il primo attiva lo stabilizzatore, il secondo il modo “ritratto one-touch”, da utilizzare quando si compongono primi piani.
Il menu, in questo ultimo caso, si riduce a quattro voci, due delle quali dedicate alla migliore riuscita fotografica: la compensazione dell’esposizione e l’effetto da applicare al volto, luminoso oppure soft. La macchina si occupa di mettere perfettamente a fuoco il viso, di ridurre il numero F in modo da limitare la profondità di campo, esaltando il viso sullo sfondo, e di attivare il sistema anti-occhi rossi.

da cwi.it