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Mini Tutorial di Macrofotografia
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Autore Messaggio
Silvio Renesto



Registrato: 24/05/08 17:55
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Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:11 pm    Oggetto: Mini Tutorial di Macrofotografia Rispondi citando

Come spiegato nella sezione OT, visto che quaalcuno si è mostrato interessato, ho pensato di condividere con voi un mio piccolo tutorial sulla macro, metodi ed attrezzature, ovviamente dal mio punto di vista.
IMPORTANTE:
La mia è l'opera di un amatore poco più che principiante rivolta a chi di macro non sa nulla e vuol provare, che non è assolutamente una guida completa, ma solo una serie di indicazioni utili (spero) . Ho cercato poi di evitare di usare troppi numeri ecc. ma di concentrarmi su due aspetti: una scorsa sulle attrezzature e una serie di suggerimenti per la ripresa. E' influenzata dal mio modo di fare macro. Altri fanno eccellenti macro in modo diverso Se lo ritenete un contributo valido ne sarò felice, se no prendetelo come un onesto tentativo.
Senz'altro ho tralasciato molte cose, ma magari se ne parla poi.
Cominciamo

Macrofotografia
Per macrofotografia intendiamo la fotografia a soggetti piccoli o a piccoli particolari per vedere i quali è richiesto un elevato RAPPORTO DI RIPRODUZIONE (RR).
Cos’è il rapporto di riproduzione? È il rapporto fra le dimensioni del soggetto reale e quelle della sua immagine proiettata sul supporto (sensore o pellicola). Si esprime come rapporto o come percentuale. Ad es. se nella foto il soggetto risulta tre volte più piccolo che nella realtà, si parla di rapporto di 1 a 3 (1:3) o del 33%, se risulta grande la metà il RR sarà di 1 a 2 (1:2) o del 50%. Con un RR di 1:1 il soggetto e la sua immagine riprodotta sul sensore hanno esattamente le stesse dimensioni. Molti obiettivi zoom hanno un’opzione macro, ma spesso non si supera il RR di 1:4 e non si può parlare di vera macro, che a mio parere può essere considerata tale a partire da rapporti di 1:2, ma di fotografia a distanza ravvicinata. Quasi tutti gli obiettivi macro moderni consentono di raggiungere un RR di 1:1. In digitale Il FATTORE DI CROP dei sensori a formato APS-C come il Nikon DX non cambia il RR dell’obiettivo, ma semplicemente l’area impressionata è più piccola.
Obiettivi ed accessori per la macro
Obiettivi macro. Ovviamente gli obiettivi macro sono la migliore soluzione nella maggior parte dei casi, perché al contrario di obiettivi normali accoppiati a lenti addizionali o tubi di prolunga, per non parlare dei soffietti, sono più pratici e soprattutto garantiscono la continuità di messa a fuoco dall’infinito alla minima distanza, senza “buchi”, mentre con gli altri accessori si perde la possibilità di focheggiare alle lunghe distanze. I macro sono obiettivi di alta qualità perché la resa dei dettagli è importante e inoltre sono maggiormente corretti per avere una buona planeità di campo, in modo da far risultare nitido e a fuoco sia il centro che i bordi di uno stesso piano. Per contro i macro dovendo focheggiare da infinito a distanze molto brevi, hanno una messa a fuoco più lenta e sono più grossi e pesanti dei corrispettivi “normali” di pari focale. I macro si trovano di solito di tre lunghezze focali, “normali” (50-60mm) tele corti (90-105mm) e tele (180-200mm), la Sigma fa anche un 150mm macro.
Ci sono poi casi particolari di veri zoom macro (es. il 70-180 micro nikkor) e decentrabili (es. 85mm Nikon). La Canon poi fa un obiettivo specialistico il 65mm MPE, che ha RR da 1:1 fino a 6:1 !!
Tornando ai macro di uso più comune quale conviene di più? E’ una questione soggettiva, che riguarda il modo in cui si fotografa,i soggetti che si vogliono fotografare e ovviamente il budget a disposizione.
Gli obiettivi standard (50-60mm) sono in genere luminosi, più compatti di quelli di maggiore focale, spesso hanno una nitidezza incredibile e costano meno di quelli di maggiore focale. Se si hanno mani ferme o si usa il flash si possono ottenere buoni risultati anche a mano libera. Per contro, la distanza di messa a fuoco (a parità di RR) e soprattutto la distanza di lavoro (che è quello che importa veramente, cioè la distanza del soggetto dalla lente frontale) è molto più breve che nei tele macro e quindi ci si deve avvicinare molto al soggetto per avere un buon ingrandimento, con il rischio che (se è vivo e mobile) scappi o aggredisca perché infastidito, in secondo luogo l’angolo di campo dei “normali” è più ampio, per cui una porzione maggiore di sfondo viene ripresa nell’inquadratura, rendendo difficile isolare il soggetto e ottenere sfondi neutri e puliti.
I tele corti (90-105mm) consentono di stare ad una distanza maggiore, sono luminosi (f2. hanno un angolo di campo minore, per cui una resa prospettica migliore. Sono più grossi e più cari dei normali, ma sono ancora maneggevoli e poco ingombranti ed il loro costo è ancora relativamente contenuto.
I tele lunghi (180-200mm) sono i migliori per fotografare insetti ed altri soggetti diffidenti, inoltre il piccolo angolo di campo consente di includere poco sfondo, creando una maggiore omogeneità dello stesso e isolando meglio il soggetto. Potendo stare più lontani, è anche più semplice porsi paralleli al soggetto. Inoltre è più facile gestire l’illuminazione in genere.. Sono però pesanti e ingombranti, meno luminosi e il cavalletto, utilissimo con le ottiche precedenti, qui diventa pressoché indispensabile. Quelli di marca originale (Canon Nikon) sono carissimi, mentre gli universali (Tamron, Sigma) costano più o meno come un 100-105 “originale e vanno benissimo.
Quale scegliere? Come ho detto dipende da molti fattori. Conosco un bravissimo macrofotografo che riprende soprattutto rettili ed insetti a mano libera con uso accorto di flash, altri invece preferiscono i tele più lunghi rigorosamente su cavalletto per avere una resa più “grafica” dei soggetti. Personalmente seguo la seconda corrente. Bisogna anche tenere presente che nei tele macro moderni alle brevi distanze la focale effettiva si riduce, (A 1:1 i 105 diventano dei 75-80mm circa, il 180 Sigma diventa un 115mm e il micro Nikkor 200 diventa un 125mm) è vero che il fattore di crop ci permette di recuperare qualcosa come distanza di lavoro, ma la resa prospettica comunque cambia con il RR.( In laboratorio invece preferisco i 50-60 perchè su stativo da riproduzione sono molto più comodi, ma è un’altra storia).

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Silvio Renesto



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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Obiettivi non macro ed accessori. Si possono ottenere elevati RR accoppiando degli obiettivi normali ad accessori quali le lenti addizionali, i tubi di prolunga, il soffietto i moltiplicatori di focale e anche ad altri obiettivi montati invertiti. In tutti i casi tranne che col m0oltiplicatore, si perde la possibilità di focheggiare alle lunghe distanze.
Tubi e soffietto usano lo stesso principio, si interpongono fra ottica e corpo macchina per aumentare il tiraggio (distanza fra il sensore/piano pellicola e l’ottica), questo sposta il punto di messa a fuoco avvicinandolo (ad es. con l’obiettivo focheggiato ad infinito in realtà avremo a fuoco a 1-2m) consentendo di aumentare il RR
Il soffietto accoppiato ad obiettivi normali o grandangolari spesso montati invertiti può consentire di raggiungere RR molto elevati ben oltre l’1:1, però è ingombrante, “mangia” un sacco di luce è delicato, e si perdono in genere molte funzioni, per cui viene usato assai poco ora per la macro “sul campo”. Inoltre la distanza minima di messa afuoco è spesso molto ridotta.
I tubi di prolunga sono più robusti, comodi e funzionali del soffietto per un uso sul campo anche se non consentono di modificare gradualmente il RR come il soffietto. Con i tubi (e con il soffietto) più corta è la focale e maggiore sarà l’ingrandimento finale. Sono quindi efficaci per la macro su obiettivi standard, dove basta un tubo corto per avere buoni ingrandimenti, mentre su tele occorrono tubi più lunghi (o più tubi), con conseguente caduta di luce e oscuramento dell’immagine nel mirino. Per la macro in senso stretto quindi meglio accoppiare un 50-60 ai tubi. Però un tubo corto su un tele abbastanza potente consente di avere una messa a fuco minima un po’ più corta, che spesso può rivelarsi utile nella fotografia a soggetti non troppo piccoli quali rane, serpenti o grossi insetti. I tubi moderni come i Kenko PRO DG consentono di dialogare con la fotocamera mantenendo più o meno tutte le funzioni. Lo svantaggio (come per il soffietto) è che devi stare a montare, smontare le ottiche dal corpo per inserire i tubi, spesso più volte per capire quale RR è consentito.
Le lenti addizionali si montano come filtri davanti all’obiettivo rispetto ai tubi sono più comode e veloci da montare e non causano caduta di luce. Per contro tranne le lenti migliori (quelle acromatiche a due elementi come le nikon 5T-6T e le Canon 500D) rendono l’immagine più morbida e spesso hanno aberrazioni ai bordi. Le lenti addizionali funzionano secondo un principio opposto, anziché aumentare il tiraggio, riducono la focale effettiva dell’obiettivo, permettendo di avvicinarsi di più al soggetto. Più potente è la lente, maggiore è la riduzione della focale e l’ingrandimento che risulta. Qualsiasi sia al focale dell’obiettivo, se si focheggia all’infinito con una lente addizionale applicata la distanza di messa a fuoco dalla lente frontale sarà pari ad 1m diviso il potere diottrico (la “potenza”) della lente applicata, ossia se io applico una lente da 3 diottrie la distanza di messa fuoco (con la ghierta di messa a fuoco posizionata su infinito) sarà 1:3= 0,33 cioè circa 33cm, con qualsiasi obiettivo. Dato che a parità di distanza i tele ingrandiscono più dei normali è ovvio che i maggiori vantaggi con le lenti addizionali si avranno montandole sui tele, ma solo fino ad un certo punto perché verso i 300mm cominciano a sorgere aberrazioni. L’accoppiata migliore per fare macro sul campo è rappresentata da un buon tele da 100 a 200mm oppure uno zoom di escursione focale equivalente con una lente acromatica non troppo potente (da 1,5 a max 3 diottrie). E’ un kit comodo, di facile uso che permette di risparmiarsi l’acquisto di un macro e di armeggiare con tubi ecc. Si possono anche montare più lenti una sull’altra (prima la più potente) per ottenere un elevato ingrandimento, ma la foto risulterà più morbida. Le controindicazioni sono una nitidezza leggermente inferiore ai veri macro (ma se la lente è acromatica e il fotografo è capace si ottiene comunque una qualità professionale, da pubblicazione) la perdita di messa a fuoco all’infinito e, se si vogliono risultati di qualità non conviene usare lenti troppo potenti (o troppe lenti insieme) per cui non si posso no raggiungere ingrandimenti molto spinti (con uno zoom 70-200-300 si arriva però a 1:2 e oltre).
FOTO REALIZZATA CON ZOOM 70-210 E LENTE ADDIZIONALE DI QUALITA':

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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Obiettivi accoppiati. In pratica si usa un obiettivo come lente addizionale e lo si monta invertito sull’obiettivo principale quello innestato sulla fotocamera. L’ingrandimento che si può ottenere è dato dal rapporto fra le due focali ad es montando un 50 mm invertito su un 200mm si ha 200:50= 4 ossia 4 a 1 (quattro volte il reale). Si possono quindi avere ingrandimenti molto spinti, con una resa qualitativa ottima (un 50mm è otticamente molto meglio di una lente addizionale) e, a differenza che con i soffietti, senza perdita di luminosità. I contro sono una ridottissima profondità di campo e una distanza di lavoro molto, molto scarsa.
Zoom macro e no. Gli unici veri zoom macro sono il Micro Nikkor 70-180 f4.5-5.6 che arriva quasi ad 1:1 ed il rarissimo ma, si dice, eccellente Vivitar Serie1 90-180mm f4.5 Flat Field Macro, che arriva a 1:2 a 70 cm circa. Purtroppo esiste solo con innesti “vecchi” senza contatti (Nikon Ai, Canon FD, Pentax K, Olympus, Minolta Konika ecc) (OT: SE QUALCUNO CE L’AVESSE, SAREI DAVVERO INTERESSATO A PROVARLO). Segue a ruota l’Angenieux 70-210 f 3.5 fisso, che raggiunge 1:2,5 a 90cm. Il 70-180 micro nikkor ha un’ottima qualità, ma va bene solo per soggetti piuttosto grossi, perché ai RR elevati riduce la focale per cui ci si ritrova a lavorare con un 90mm lungo quanto un 200, per cui si ha una distanza di alvoro inferiore a quella dei 105mm. Fra tutti gli altri zoom con funzione macro meritano attenzione il Sigma ed il Tamron 70-300 che consentono di arrivare ad 1:2 alla focale di 300mm, una prestazione di rispetto, penalizzata solo dal fatto che a 300 questi zoom hanno un sensibile calo delle prestazioni. Se uno li ha vanno bene per provare se ci si appassiona alla macro senza investire denaro. Gli altri zoom con funzione macro in genere non danno buoni risultati e per lo più subiscono una tale riduzione dalla focale effettiva che la distanza di messa a fuoco diviene ridottissima (ad es. i vari 28-105 24-85, ecc. zoomati alla massima focale in macro diventano dei 50mm circa) e la rersa prospettica scarsa.

Cavalletto A mio parere è indispensabile per certi tipi di macro e se si usano i tele. Dovrebbe possibilemente consentire di togliere la colonna centrale in modo da potersi abbassare a livello del suolo, come il Manfrotto 055B che uso io.
Slitta di messa a fuoco. Per chi davvero vuol fare della macro una passione: Scomoda ma molto utile, si tratta di un binario con movimento micrometrico che consente spostamenti precisissimi del complesso fotocamera obiettivo, utilissima per focheggiare con precisione nella macro spinta (in teoria nella macro spinta si dovrebbe impostare la distanza di messa a fuoco corrispondente al valore di RR che si vuole ottenere e poi si sposta il complesso fotocamera + obiettivo fino ad avere il soggetto nitido al rapporto desiderato), ma anche semplicemente per regolare l’inquadratura senza dover continuamente spostare avanti indietro il complesso macchina + cavalletto, rischiando di incespicare con le gambe del cavalletto nei cespugli ecc. e far scappare il soggetto. Io uso un sistema alternativo: la mia testa ha una piastra a slitta che consente uno …slittamento avanti-indietro limitato a pochi cm, ma comunque utile per la regolazione fine dell’inquadratura senza dover usare la slitta.
Flash. In macro si va da chi usa il flash il meno possibile (come me) a chi costruisce complicati mini set fotografici. Si possono acquistare flash dedicati per la macro non quelli anulari che danno un’illuminazione molto poco naturale, ma piuttosto i nuovi flash multipli Nikon e Canon che permettono una regolazione separata della potenza di ciascun elemento. Sono accessori costosi ma si può ovviare usando il flash normale che già si possiede.. In pratica occorre o usare un flash piccolo e poco potente, o depotenziare un flash grosso e decentrarlo tramite staffa o altro sistema (compreso il tenerlo in mano) , in modo che lo si possa orientare per eliminare le ombre ed evitare che ne generi lui di più dure. Molto utile un diffusore per ammorbidire e distribuire la luce.
Un piccolo accessorio fatto in casa . Portatevi dietro un pezzo di lenzuolo bianco e dei bastoncini con cui costruirete un pannello diffusore /paravento. Se esiste la possibilità tecnica di piazzarlo in modo opportuno senza che il soggetto fugga (coi fiori non c’è problema) il pannello eliminerà/ridurrà sensibilmente la brezza, evitando il micro mosso e diffonderà la luce attenuando le ombre troppo dure. Ai RR tipici della macro il pannello non dovrebbe entrare nell’inquadratura, ma controllate comunque.
FOTO ESEGUITA CON ZOOM 70-300MACRO


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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

Quando fotografare: Al mattino la luce è più diffusa, meno dura, gli insetti sono ancora intorpiditi dal sonno e sono più lenti e più avvicinabili. Inoltre è più difficile che si levi la brezza tipica della tarda mattinata. Con il cielo coperto si ha lo stesso risultato come luce, ma occorre poi controllare la saturazione dei colori.
Posizionarsi all’altezza del soggetto. A meno che non si cerchino volutamente effetti particolari, è consigliabile stare più o meno all’altezza del soggetto da riprendere. Riprenderlo dal di sopra può risultare in suo “schiacciamento” sullo sfondo del terreno poco gradevole esteticamente. Stando alla sua altezza o magari più in basso permette di isolarlo meglio e di ottenere un’immagine più di effetto e gradevole.
FOTO ESEGUITA ALL'ALTEZZA DEL SOGGETTO

FOTO ESEGUITA DALL'ALTO, RISULTATO POCO PIACEVOLE

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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

Girare intorno al soggetto. Un vantaggio della macro rispetto alla caccia fotografica è che si possono sperimentare inquadrature diverse da diversi lati ed angolazioni alla ricerca dell’inquadratura migliore. Non fossilizzatevi in un punto. Cercate un effetto, sperimentate.
Posizionarsi paralleli al soggetto. Di nuovo escludendo la ricerca di effetti particolari, dato che la profondità di campo (zona che si percepisce a fuoco) a forti ingrandimenti è piccolissima, basta un leggero disassamento fra il piano pellicola/sensore e il soggetto perché una parte risulti a fuoco e l’altra no. Attenzione quindi a porsi paralleli a ciò che vogliamo a fuoco.
HO GIRATO INTORNO A QUESTA TIPULA FINO A TROVARE UN'INQUADRATURA CHE MI PAICESSE


SOGGETTO RIPRESO PERFETTAMENTE PARALLELO AL SENSORE


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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Chiudere i diaframmi. Per il motivo citato sopra, occorre usare diaframmi piuttosto chiusi per avere una profondità di campo sufficiente a avere tutto o gran parte del soggetto a fuoco, al contrario se vogliamo attirare l’attenzione su un particolare, dei diaframmi più aperti consentiranno di sfuocare tutto quello che non ci interessa. Occhio però a non chiudere troppo, oltre f16 c’è il rischio che la diffrazione rubi nitidezza. Bisogna provare diversi diaframmi e vedere cosa succede. Bisogna cercare il diaframma che dia una profondità di campo tale da avere nitido il soggetto ma non si estenda allo sfondo (se non vogliamo).
DIAFRAMMI APERTI PER AVERE IL FUOCO SOLO SUGLI OCCHI


Occhio alle vibrazioni. Spesso per avere la necessaria profondità di campo, siamo obbligati ad usare tempi di posa relativamente lenti con rischio di foto mosse. Se c’è brezza non è colpa vostra, ma eliminate tutte le vibrazioni che possono essere causate da voi e creare fastidioso micro mosso che rende l’immagine soft. Usate cavalletto, l’alzo preventivo dello specchio od almeno il ritardo di scatto e un comando a distanza. Oppure se lavorate a mano libera o se non disponete dell’alzo anticipato dello specchio (come sulla nikon D70) usate il flash. Alzare troppo gli ISO per avere un tempo di posa adeguato una volta comportava una perdita di qualità adesso con le nuove macchine staremo a vedere.
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MessaggioInviato: Ven Feb 06, 2009 6:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Occhio allo sfondo. Se dobbiamo fare una macro puramente documentativa, lo sfondo ha relativamente poca importanza, ma se cerchiamo di fare una fotografia con qualche valenza estetica dobbiamo cercare di gestire al meglio lo sfondo (ovviamente nei limiti del possibile), quindi controllare se lo sfondo è omogeneo o confuso, la sua luminosità, se è pieno di ombre e luci che daranno luogo a macchie distraenti, per cui fastidiose, cosa frequente ad es. nel sottobosco o nel prato.
Curare l’inquadratura. La macro spesso ha una forte componente grafica, più che al caccia fotografica, perché i soggetti sono spesso strani o al contrario comunissimi, quasi banali, quindi vanno interpretati per valorizzarli e perciò raramente scatti casuali risultano ben riusciti. Bisogna tenere presente le regole classiche di composizione, l’attenzione alle diagonali, alla posizione del soggetto ecc., ma questo riguarda la fotografia in generale, non solo la macro, per cui mi limito a ricordarlo.
SFONDO OMOGENEO CHE NON DISTURBA

BEL SOGGETTO MA SFONDO UN PO' CONFUSO


Con questo ho finito e spero di non avervi annoiato, grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui.
Ciao a tutti

Silvio
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Antonio Perrone Torkio
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MessaggioInviato: Sab Feb 07, 2009 11:50 am    Oggetto: Rispondi citando

grazie mille Silvio... semplice e di facile lettura

grazie per questo prezioso contributo
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Abbiate pazienza, sto cercando di imparare a mettere a fuoco...
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Elvira M. Forte



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MessaggioInviato: Sab Feb 07, 2009 4:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie anche da parte mia: il tutorial è scorrevole e nello stesso tempo preciso. E poi le foto di esempio sono spettacolari.

Lascio qui un ringraziamento anche a chi ha avuto la voglia e la pazienza di scrivere gli altri tutorial. In particolare sto guardando quelli sul bianco e nero.
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Fiorella Lamnidis
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Registrato: 21/02/07 05:55
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MessaggioInviato: Sab Feb 07, 2009 4:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie Silvio per il tuo preziosissimo contributo, molto ben fatto e di facile lettura.
Adoro la Macrofotografia, ma mi rendo conto che ci vogliono delle focali adeguate...e non solo
Inutile farti i complimenti per le foto, ma ormai sei un Maestro in questo campo. Wink
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Attilia Franchi



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MessaggioInviato: Sab Feb 07, 2009 5:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie anche da parte mia, mi hai fatto venir voglia di ricimentarmi con la macro dopo questa esauriente e chiarissima spiegazione.
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"Conservate sempre un vetro rotto nel vostro mondo ben protetto, così da poter sentire i lamenti che vengono dal di fuori."
Abbè Pierre.
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bagdesign



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MessaggioInviato: Dom Feb 08, 2009 8:06 am    Oggetto: Rispondi citando

Io credo che persone come te Silvio stiano proprio bene in una comunità e facciano perfettamente capire lo spirito giusto con il quale viverci.

Grazie delle tue utilissime spiegazioni, ma soprattutto per il tempo che hai voluto dedicarci e per l'esempio che hai dato a tutta la comunità.

Gianfranco
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Nico D. Castaldo
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MessaggioInviato: Lun Feb 16, 2009 10:14 am    Oggetto: Rispondi citando

Mille grazie, Silvio. Ho apprezzato molto il tutorial e le bellissime foto, Complimenti. La macro naturalistica mi ha sempre affascinato ma vivendo in citta' e non avendo le ottiche appropriate rimane per me, con grande rammarico, solo un'idea.
A presto.
Nico
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Luca Dessena



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MessaggioInviato: Lun Feb 16, 2009 2:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ottimo Silvio, per me utilissimo in quanto genere abbastanza inesplorato!!
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Paolo Bini
Ospite





MessaggioInviato: Lun Feb 16, 2009 4:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

Interessante veramente, ben spiegato.
Ho notato che le spegazioni per gli obbiettivi sono indicativi per le macchine analogiche, se un pirla come me l'à venduta, come si deve comportare con una digitale? posseggo una canon.
Paolo
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