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[Eloj Lugnani]

Il respirare è generalmente un processo involontario: non c’è bisogno di riflettere sui polmoni, sulla loro dilatazione e contrazione, sull’aria che entra ed esce dalle narici per approvvigionarci di aria e quindi ossigeno: tutto avviene in automatico ed è pressochè impossibile correre il rischio di trovarsi d’un tratto senz’aria. Esiste però una disciplina del corpo e della mente che si chiama Pranayama che consiste proprio nel porre attenzione alla respirazione, considerandola non più un semplice meccanismo involontario necessario alla nostra sopravvivenza ma bensì elevandola a principio base per il nostro benessere e la nostra crescita “spirituale”.
Eppure gli apparati e gli organi messi in gioco durante la pratica del Pranayama sono gli stessi di quando respiriamo senza pensare e anche i meccanismi sono pressochè identici; ma allora cosa differenzia il semplice approvvigionarci di ossigeno dalla pratica della difficile disciplina del “pranayama”? Soltanto la consapevolezza l’attenzione e la concentrazione unite ad un lungo addestramento.
Quindi respirare in modo inconsapevole ci permette di sopravvivere; respirare con consapevolezza e concentrazione ci consente di accrescere le nostre facoltà psicofisiche giungendo addirittura a coinvolgere la sfera spirituale.
Ragionamento analogo vale per il senso della vista come del resto per tutti gli altri organi di senso: se non poniamo attenzione e concentrazione sul nostro naso, sulle nostre narici e i nostri recettori olfattivi saremo comunque in grado di sentire puzza di gas o di bruciato e quindi correre in cucina a spegnere i fornelli ma non saremo certo in grado di individuare in un buon vino sentori di frutta rossa, di pellame o di vaniglia. Solo un lungo e continuo addestramento, unito a consapevolezza attenzione e concentrazione ci permetterà un giorno di individuare quei sentori all’esame olfattivo di un vino.
Ma cosa può darci le motivazioni per esercitare consapevolezza attenzione e concentrazione ogni volta che avviciniamo un bicchiere di vino al naso? Un’unica cosa: LA PASSIONE.
Si può aspirare a diventare degli ottimi sommelier per motivi economici o per dar sfoggio delle nostre capacità durante una serata tra amici ma senza una passione di fondo non si raggiungeranno mai risultati eccellenti, certo, si potrà migliorare certamente ma l’eccellenza rimarrà un lontano traguardo.
Parlo per me ma credo di poter generalizzare alla gran parte di chi leggerà questo scritto: siamo fondamentalmente degli animali pigri e indolenti; difficilmente poniamo attenzione in ciò che facciamo perché ciò richiede uno sforzo mentale: beviamo per dissetarci e solo di rado ci concentriamo sul sapore e sull’aroma di ciò che deglutiamo; mangiamo per sfamarci e solo di rado, magari alle prime “forchettate” ci concentriamo sul gusto e sul sapore di ciò che ingeriamo; sentiamo senza ascoltare, guardiamo senza osservare.
Chi ama la fotografia, chi è animato da profonda passione, ha la grande fortuna di poter trascorrere minuti, talvolta anche ore ad osservare ciò che lo circonda, non fermandosi al semplice guardare.
Me ne sono reso conto oggi, quando ho potuto dopo 4 mesi di “digiuno forzato” mettere la macchina al collo e camminare a naso all’insù per le strade di Viareggio, senza una meta precisa, senza un obiettivo ben prefissato. E’ stato bellissimo “vedere” cose che non avevo mai visto, eppure erano lì, sono sempre state lì. Ho portato a casa un magro bottino: qualche scatto alle affascinanti strutture dei cantieri navali, qualche scorcio con gabbiani e statue alla memoria e poco più ma sono state due ore nelle quali ho esercitato la mia capacità di “saper vedere” e l’ho fatto senza sforzo perché c’è una forte passione che mi supporta e mi spinge a farlo da anni.
Non potrò mai diventare un ottimo sommelier perché non ho passione per il vino, non potrò mai mandare a memoria informazioni su gruppi musicali e band come fa un mio amico che ricorda date nomi e aneddoti su centinaia di artisti, perché non ho passione per la musica.
So per certo però, che nonostante interruzioni più o meno lunghe, momenti più o meno prolifici, non smetterò mai di dedicare tempo ad “osservare” ciò che mi circonda, a leggere saggi e testi di fotografia, a provare forti emozioni di fronte ad immagini che fanno vibrare le mie corde emotive o intellettive, a sforzarmi di capire ogni volta perché quell’immagine mi piace più di altre e a scriverlo così da concretizzare pensieri e sensazioni che talvolta risultano poco decifrabili o addirittura inafferrabili. E sono certo di tutto ciò perché ho la PASSIONE.

[Valeria Tomaselli]

Eloj, grazie per queste tue riflessioni, che ho letto con gran piacere.
Hai proprio ragione: spesso sentiamo senza ascoltare, guardiamo senza osservare...me ne sono accorta anch'io quando ho iniziato a fotografare, imparando a scoprire il mondo ed i suoi particolari, che prima mi sfuggivano. Anche quando non porto con me la fotocamera, ho l'abitudine di osservare di piu' e di scattare le foto con i miei occhi, salvarle nella mia mente.
Riguardo te, si capisce che sei un grande appassionato di fotografia, non solo per le tue foto, mai banali, ma anche per i tuoi commenti puntigliosi, accurati, che denotano la tua volonta' di capire bene una foto e condividere con gli altri le tue impressioni. Purtroppo non tutti siamo in grado di tradurre in parole i nostri sentimenti, ma forse allenandoci...
Un caro saluto, Valeria.

[Marco Furio Perini]

Spero che la "passione" si riaccenda presto anche in me e mi porti di nuovo in giro per la città con la fotocamera al collo, esattamente come dici di aver fatto tu a Viareggio. Sotto questo aspetto l'estate mi ha un po' svuotato di ispirazione e di entusiasmo, aspetto che tornino entrambi... Intanto grazie per questo significativo e stimolante intervento. Ciao

[Luigi Bianconi]

Leggere Eloj è sempre piacevole. Ho sempre la sensazione, in qualche modo, di arricchirmi.
Mi piace l'apertura discreta di pensiero. Non è una lezione di vita, ma un prezioso stimolo al sapersi guardare e al saper osservare con un senso profondo e non banale.
La passione di cui parla Eloj la vedo in molti degli amici che passano per questo luogo a lasciare un segno.
E' una passione che sa farsi condivisione, che non lascia quasi mai indifferenti: apre strade e nuovi sguardi anche a me, abituato ai miei piccoli percorsi quotidiani, alla mia vista distratta.
Capita anche a me, da qualche tempo, di scoprire scorci nuovi, nuove immagini che aprono a un sorriso anche solo interiore.
Non sempre questo nuovo sguardo si concretizza in "fotografia", ma certo lo devo all'incontro con questo circolo e con le belle anime che lo frequentano.
Quindi un encomio ad Eloj e a quanti qui o altrove condividono questa bella passione, che è in fondo passione per la vita intiera.

gigi
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